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Tusa, agricoltori nei guai: pascoli distrutti dai roghi

Gli allevatori minacciano di condurre in strada le loro mandrie, per protestare davanti alla sede della Regione o della Forestale. Oltre 7 mila ettari in fumo

TUSA. Minacciano di condurre in strada le loro mandrie, per protestare davanti alla sede della Regione o della Forestale. Sono gli allevatori di Tusa, che assieme agli agricoltori, fanno la conta dei danni subiti dagli incendi, divampati negli ultimi giorni di settembre, e chiedono aiuto immediato.
In fumo circa 2.500 ettari di terreno e altri 5.000 nei comuni limitrofi: Castel di Lucio, Pettineo, Motta d'Affermo, San Mauro Castelverde. Pascoli bruciati, quindi, ma nuoce anche il divieto scattato automaticamente, come prevede la legge, con diffida notificata al Comune, di utilizzare i terreni intaccati dai roghi. Agli ottanta allevatori di Tusa non rimarrà altro da fare che acquistare il foraggio. Gli operatori zootecnici chiedono la concessione di una deroga, per poter, comunque, pascolare sui vecchi terreni.
Sul piede di guerra sono anche gli agricoltori, che coltivano soprattutto oliveti, circa 250 proprietari. Sperano in un indennizzo "una tantum" per poter ripristinare le recinzioni bruciate, e in un bando straordinario del Programma di sviluppo rurale per piantare nuovi alberi. Nei giorni scorsi, allevatori e agricoltori, assieme alle associazioni di categoria e agli amministratori pubblici di Tusa e dei paesi vicini, si sono confrontati su queste emergenze. "Abbiamo presentato tutta la documentazione sui danni registrati - spiega il sindaco Angelo Tudisca - ma ancora non abbiamo saputo nulla. La preoccupazione, visto che siamo ormai alla vigilia delle elezioni regionali, è che il nostro caso venga rinviato alle calende greche. Chiederò un incontro al nuovo prefetto di Messina".

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