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I tagli di Monti sfiorano la città Salvate sei cliniche a rischio

Il decreto sui risparmi nei conti pubblici non terrebbe conto degli interventi già realizzati

MESSINA. Giù le mani dalle cliniche di cura messinesi minacciate dalla spending review. Secondo il deputato regionale, Giuseppe Picciolo possono tirare un sospiro di sollievo le case di cura Cristo Re, Carmona, Cot, Santa Rita, Igea che solo teoricamente presenterebbero un numero di posti letto non conforme agli standard previsti dal regolamento fissato in 80. Dal conteggio, infatti, sarebbero stati esclusi i posti riabilitativi post acuti di cui ciascuna di queste strutture sanitarie invece disporrebbe. In riferimento allo schema tracciato dal ministro alla salute Balduzzi, in tutta la regione verranno tagliati 750 nuovi posti letto per acuti, molti dei quali presenti sulla carta e mai attivati. "Gli effetti della spending review - rassicura Picciolo - a Messina e nel resto dell'isola saranno marginali, i siciliani hanno già pagato i loro conti, nessuna clinica corre il rischio di chiudere". Dichiarazioni che il deputato dell'Mpa è pronto a ribadire in sede nazionale, in occasione dell'incontro promosso dall'Aiop (associazione cliniche private italiane) il 27 novembre a Roma.
Tutti d'accordo, dal Partito democratico al partito dei siciliani, sulla necessità di bloccare il provvedimento. Ad assicurare il proprio impegno sono anche Franco Rinaldi e Filippo Panarello neo eletti all'Ars per il Pd e Francantonio genovese deputato nazionale dello Stesso partito. E scendere in campo anche il leader Pd Antonello Cracolici: "La sanità non si aggiusta solo con la calcolatrice, il decreto predisposto dai ministeri della Salute e dell'Economia rischia di creare più problemi di quanti ne potrà risolvere. In Sicilia i tagli li abbiamo già fatti e la 'cura-Russo' sta funzionando, proprio adesso il sistema è finalmente in equilibrio finanziario: un colpo d'accetta in questo momento rischia di creare il caos.
E.P. RI.SE.

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