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Niente fondi alle imprese di Saponara In quattrocento rischiano il fallimento

Intoppi burocratici non hanno ancora dato la possibilità di accedere a finanziamenti. Crocetta assicura: farò di tutto per nuove risorse

MESSINA. Quattrocento imprese della zona colpita dall'alluvione del 22 novembre dello scorso anno rischiano il fallimento. E all'orizzonte, a breve termine, per loro, non si profila nessun aiuto da parte della Regione o dello Stato. A denunciarlo è il sindaco di Saponara, il comune più colpito dal disastro dello scorso anno, Nicola Venuto.

A prendere posizione, nei mesi scorsi, era stato anche il consorzio Confapi che riunisce le piccole e medie imprese. Bar, industrie di confetture, dite artigianali, imprese edili hanno atteso invano un intero anno che da Palermo o da Roma arrivassero segnali. Invece nulla.

La difficoltà di accedere al credito bancario e il difficile momento economico hanno di certo aggravato la situazione. C'è chi nell'alluvione ha perso le attrezzature, chi le forniture, le materie prime che sarebbero servite a realizzare i propri prodotti per i mesi successivi. Per qualcuno con grande sforzo è stato possibile ricominciare. Chi non aveva da parte somme di denaro liquido a disposizione ha fermato l'attività.

«Le ditte che hanno chiesto aiuto al Comune portandoci la lista dei danni sono almeno quattrocento. Di almeno la metà non abbiamo più notizie. Non rispondono nemmeno alle nostre mail. Riteniamo che abbiano chiuso l'attività». Venuto sulla questione imprese nei mesi scorsi aveva avviato una crociata minacciando di marciare su Palermo e di legarsi davanti alla sede della Regione. Il motivo lo spiega lo stesso primo cittadino: «L'assessorato alle Attività produttive - racconta Venuto - aveva emanato una delibera in cui si destinavano dei fondi al credito agevolato rivolto alle imprese danneggiate dall'alluvione. Sembrava la soluzione al disastro. Invece no. Il provvedimento era stato clamorosamente sbagliato.

Nel corpo della delibera avendo fatto un veloce copia e incolla si assegnavano questi fondi che erano stati annunciati da Venturi con grande enfasi ai territorio alluvionati ma alle isole di Linosa e Lampedusa. Quindi niente. Si licenziava dunque un secondo provvedimento dove si faceva riferimento specifico ai nostri territori ma la legge di riferimento non comprendeva le imprese artigianali che dalle nostre parti sono la quasi totalità ma contemplava solo le industrie che invece sono totalmente assenti». Si provvedeva quindi a superare anche questa difficoltà con una circolare interpretativa.

Ma non c'è due senza tre e Venuto racconta anche il terzo e definitivo incidente che ha impedito l'accesso al credito agevolato da parte delle imprese alluvionate: «La banca che gestiva il servizio di tesoreria, Banca Nuova, si è ritrovata con il mandato scaduto. Dunque non poteva più erogare un bel nulla». Nel frattempo, si dimetteva il presidente della Regione e tutto diventava più difficile.

Giovedì scorso la commemorazione delle vittime di Saponara e un dibattito sul futuro del territorio il nuovo presidente della Regione Rosario Crocetta ha ascoltato le ragioni delle imprese e il racconto di Venuto. «La gente di Saponara- ha detto Crocetta - ha ragione ad essere indignata. Farò di tutto per ottenere nuove risorse».

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