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Concussione, assolto a S. Agata l’ex primario Russo

Si conclude dopo otto anni una tortuosa vicenda di denunce, controdenunce e ritrattazioni in aula

SANT’AGATA. Dopo una lunga camera di consiglio, il Tribunale di Patti (presidente Maria Pina Lazzara, a latere Ugo Molina e Ines Rigoli) ha assolto, dopo otto anni dai fatti, previa derubricazione del reato di tentata concussione in tentata concussione per induzione, l’ex primario dell’ospedale di Sant’Agata Militello Mario Russo, difeso dall’avvocato Alfredo Vicari. Il Tribunale ha, inoltre, dichiarato non doversi procedere nei confronti di Rosina Pruiti Ciarello, difesa dall’avvocato Alessandro Pruiti, nel processo nella doppia veste di parte offesa e di imputata di favoreggiamento assieme al marito, nel frattempo deceduto, perché, in fase di dibattimento, ha ritrattato la falsa accusa nei confronti del primario. Inizialmente nel processo era stato coinvolto anche il dottore Franco Vinci, aiuto nello stesso reparto di ginecologia, con l’accusa di false dichiarazioni, ma era stato prosciolto in fase di udienza preliminare, dopo aver confermato la prima dichiarazione dei fatti.
Il pubblico ministero Rosanna Casabona aveva, invece, chiesto due anni di reclusione per il primario e il proscioglimento della signora Pruiti Ciarello perché aveva agito in stato di necessità. I fatti contestati agli imputati si sarebbero verificati nel settembre 2004 a Sant’Agata Militello, dopo che la donna non era stata ricoverata nel reparto di ginecologia diretto dal dottore Russo per essere sottoposta ad intervento chirurgico, perché lo stesso avrebbe preteso che prima doveva passare dal suo studio privato. La donna aveva sentito il primario pronunziare quella frase parlando con il suo aiuto, dottore Vinci, e, per questo, aveva denunciato il fatto ai carabinieri. Il primario, appresa l’iniziativa della donna, l’avrebbe contattata per ricoverarla ed operarla, cosa che poi avvenne. Quindi, la donna ed il marito hanno ritrattato l’accusa e, per questo, sono stati accusati a loro volta di favoreggiamento.
All’udienza, il difensore dell’imputato, avvocato Alfredo Vicari, ha sostenuto la tesi secondo cui Mario Russo era rimasto vittima di un complotto e, per questo, ha chiesto l’assoluzione del suo assistito per non aver commesso il fatto e, in subordine, il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione in base alla nuova legge entrata in vigore proprio due giorni prima del processo che ha portato a 7 anni e mezzo i tempi di prescrizione del reato, tesi che è stata accolta dal Tribunale.

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