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Barresi in carcere a Palermo: nel mirino la rete che lo ha protetto

Il boss sarà interrogato al Pagliarelli, si vogliono evitare pericolosi contatti con i clan messinesi

BARCELLONA. Si trova rinchiuso al carcere Pagliarelli di Palermo, Filippo Barresi, l'ultimo latitante della mafia barcellonese, che da martedì scorso è stato assicurato alla giustizia da un'azione coordinata degli agenti della Polizia di Stato, che lo hanno stanato in una villa sulla riviera di Ponente di Milazzo.

La scelta di trasferire Barresi subito fuori provincia conferma il grado di attenzione di magistratura e forze dell'Ordine rispetto all'uomo, ritenuto figura apicale nell'organigramma della famiglia mafiosa barcellonese, allo stesso livello di Salvatore Rao, Sem Di Salvo e Salvatore Ofria. Il gip Salvatore Micali del Tribunale di Messina ha chiesto che l'interrogatorio di garanzia si tenesse nel capoluogo con una rogatoria, alla presenza del procurato capo di Messina, Guido Lo Forte, e dei sostituti procuratori a cui sono state affidate le indagini per scoprire soprattutto la rete che ha favorito la latitanza di Barresi, rimanendo sempre a contatto con il territorio.

Difficilmente il boss, difeso all'avvocato Tommaso Autru Ryolo, sarà disponibile a parlare dei 19 mesi di latitanza, né tanto meno a tradire i tanti personaggi che in questo periodo gli hanno consentito di sfuggire più volte alle forze dell'Ordine. Gli inquirenti stanno, quindi, intensificando gli interrogatori di tutte le persone vicine o collegate a Barresi, per cercare di definire il quadro di connivenze, che gli hanno permesso di continuare a gestire e controllare sul territorio le attività illecite delle famiglie barcellonesi. Barresi era, infatti, l'ultimo dei boss rimasti in libertà, dopo che agli altri componenti della cupola locale era stato imposto il regime del carcere duro.
Un servizio nell'edizione di Messina del Giornale di Sicilia in edicola oggi.

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