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Terme Vigliatore, uccide due sorelle disabili e si suicida

I tre cadaveri sono stati trovati in casa in via Nenni. Avrebbe avvelenato le sorelle e poi si sarebbe suicidato anche anche lui bevendo la sostanza letale

TERME VIGLITORE. Emarginazione sociale e solitudine: sono gli ingredienti comuni di un dramma familiare che ha avuto come epilogo tre morti nel messinese e di un altro sfociato nell'omicidio suicidio di una coppia di coniugi nel vicentino.  La prima tragedia si è consumata a Terme Vigliatore (Me) dove Vito Isgrò, 39 anni, ha ucciso le sorelle disabili Maria, di 47 anni, e Laura, di 41, e poi si è tolto la vita anche lui. I tre cadaveri sono stati trovati dai vigili del fuoco, che hanno dovuto forzare la porta di ingresso per entrare nell'abitazione. A chiamare i carabinieri e i pompieri sono stati, intorno a mezzogiorno, i vicini di casa dei fratelli Isgrò, che da giovedì scorso non li avevano più visti. Probabilmente la molla che ha spinto il fratello ad assassinare le due congiunte, affette da disabilità mentale, sarebbe stata la stanchezza nell'assisterle. Secondo una prima ricostruzione, le avrebbe uccise con del veleno prima di suicidarsi anche lui con il liquido letale.  Come hanno dichiarato i vicini l'uomo da mesi si lamentava di non riuscire più a far fronte a questa situazione. A fare chiarezza sulla morte delle due donne sarà l'autopsia che è stata disposta dal magistrato e verrà eseguita nei prossimi giorni. Il sindaco di Terme Vigliatore Bartolo Cipriano si dice esterrefatto: «È una tragedia grande per la nostra comunità che ci lascia tutti inermi e stupiti per quanto avvenuto - dice Cipriano -. Non sapevo che vi fossero problemi in quella famiglia, conoscevo quell'uomo che era un persona normale ed era molto generoso con le sorelle che non abbandonava mai. Le accudiva con molto amore e con grande dedizione. Da quello che mi riferiscono i miei uffici non avevano problemi economici riuscivano a badare a se stessi». Inoltre l'uomo non si era lamentato della situazione con l'amministrazione comunale. «Altrimenti saremmo intervenuti - spiega il sindaco - È un dramma della disperazione che ci lascia interdetti e sconvolti». Una tragedia della solitudine simile per molti versi a quella avvenuta in provincia di Vicenza, dove Marcello Rigodanzo, 83 anni ha assassinato con una baionetta risalente alla prima Guerra Mondiale la moglie Adriana Carolo, 79 anni. L'ha sgozzata con un colpo solo alla gola, all'altezza della carotide, inferto senza tentennamenti dall'anziano mentre la donna dormiva, nella camera da letto. La coppia viveva in una casa costruita negli anni Cinquanta in un borghetto nella zona collinare di Arcugnano, ed era rimasta sola dopo che i quattro figli, di cui tre femmine, erano andati a vivere altrove. La donna si era ammalata sei anni fa e da allora è stato un calvario sia per lei che per il marito, costretti a passare da un ospedale ad un altro. Una situazione che si è fatta col tempo particolarmente difficile e che, secondo quanto si è appreso, ha portato alla disperazione il capofamiglia, che non avrebbe più retto, fino al gesto estremo di oggi.

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