Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

I cantieri di Messina, sette agli arresti per smaltimento irregolare di rifiuti

Nella rete anche i titolari della società cantieristica Palumbo

MESSINA. Lo smaltimento dei materiali provenienti dagli scarti di lavorazione presso i bacini dei cantieri navali che sorgono lungo la falce del porto di Messina. Su questo punto ruota l'inchiesta della Forestale e della Guardia di Finanza di Messina che ha portato agli arresti domiciliari i titolari dei cantieri navali Palumbo nella zona Falcata ed altre cinque persone con le accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali. Disposto anche il sequestro per equivalente fino ad oltre 200 mila euro ed il sequestro di otto automezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti intestati ad una ditta. Due gli indagati.
I provvedimenti, emessi dal gip Massimiliano Micali, hanno raggiunto Antonino Palumbo, 63 anni, residente a Napoli e Raffaele Palumbo, 38 anni, residente a Messina, Santo Scopelliti, 37 anni, Diego De Domenico, 53 anni, Mario Fiero, 38 anni, tutti residenti a Messina, Walter Radin, 57 anni, residente a Trieste, e Raffaele Donnarumma, 39 anni, residente a Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli.
Tutti sono accusati, a vario titolo, nell'ambito della conduzione del cantiere navale di Messina gestito dalla ditta Palumbo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali (traffico illecito organizzato di rifiuti speciali) mentre solo Raffaele e Antonino Palumbo sono accusati anche di distruzione, soppressione o occultamento di atti pubblici, i formulari identificativi dei rifiuti trafficati. Il gip Micali ha inoltre ordinato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente fino a 226.000 euro, somma che coincide con il risparmio conseguito dalla Palumbo per non aver proceduto, in termini di legge, allo smaltimento del rifiuto speciale generato.
Nel provvedimento del Tribunale di Messina è stato disposto, inoltre, il sequestro di otto automezzi pesanti di proprietà o nella disponibilità della società »La Futura Sud srl», mezzi utilizzati per i trasporti. Oltre ai sette finiti ai domiciliari figurano indagate altre due persone, Salvatore Croce, 67 anni, titolare dell'omonima ditta individuale di autotrasporti, e Letteria Scopelliti, 25 anni, amministratore della Futura.
L'accusa contesta un'associazione che, come recita il capo d'imputazione, attraverso «una serie indeterminata di trasporti e sversamenti, presso siti sconosciuti o discariche comunque non autorizzate di ingenti quantità di materiale abrasivo di scarto il cosiddetto "grit esausto"», materiale prodotto dai lavori di sverniciatura, la cosiddetta sabbiatura, delle carene delle navi effettuate nel cantiere. L'indagine prende le mosse da un'ispezione eseguita a febbraio 2011 da personale del Corpo forestale che, nel corso di un controllo, aveva individuato, in un terreno della zona Sud della città, materiale con caratteristiche tipiche dei rifiuti speciali provenienti dagli scarti di lavorazione presso i bacini dei cantieri navali esistenti lungo la falce del porto di Messina. Successive analisi di laboratorio, confermavano l'ipotesi dello smaltimento illecito di materiale pericoloso. Fin qui il lavoro del Corpo forestale, il sostituto procuratore Diego Capece Minutolo ha quindi disposto che gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza eseguissero accertamenti patrimoniali sulla Palumbo spa e sugli stessi Antonino e Raffale Palumbo.

AGGIORNAMENTO: Antonino Palumbo, 63 anni, residente a Napoli e Raffaele Palumbo, 38 anni, residente a Messina, sono stati rimessi in libertà il 4 novembre 2013.

Caricamento commenti

Commenta la notizia