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Capo d'Orlando, lavori al porto turistico: «Stagione della nautica salva»

MESSINA. Entro fine settimana il porto di contrada Bagnoli sarà finalmente dragato salvando la stagione estiva di pescatori, diportisti e operatori che svolgono attività nel bacino nautico. L’arrivo dei mezzi che si occuperanno dei lavori necessari a rimuovere la sabbia che attualmente rende inagibile il porto, è previsto per la giornata di mercoledì, preceduto da un provvedimento del sindaco. Provvedimento che arriva con forte ritardo rispetto agli anni precedenti per i tre ricorsi che i titolari di concessioni demaniali e gestori di pontili, avevano presentato due mesi fa contro la Regione proprio per la revoca della concessione che era un passaggio fondamentale per assegnare al comune la titolarità sui lavori di completamento previsti per l’autunno. I ricorsi di fatto complicavano l’iter per il rilascio da parte dell’ Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente, Dipartimento Demanio Marittimo, della concessione demaniale al Comune per gestire le fasi dei lavori di completamento. Per questa motivazione e cioè per il fatto che la concessione in questo momento deve essere rilasciata in capo ad un solo soggetto, il Demanio Marittimo, aveva azzerato le altre concessioni compreso quella di un distributore di carburante che aveva allocato sul molo di sopraflutto le pompe. Dopo una serie di mediazioni, culminate in un incontro in municipio col legale dell’Ente, l’avvocato Laura trifilò, però, i tre ricorsi sono stati ritirati dai firmatari mettendo nella condizione di intervenire il comune. Un intervento che permette a tutti gli operatori di tirare un sospiro di sollievo anche perché salva i collegamenti stagionali con le isole Eolie oltre che l’intera stagione estiva. Un passaggio importante che permette di attendere con maggiore serenità anche l’altro verdetto, quello del finanziamento di parte statale di venti milioni di euro su cui si attende il responso dell’Unione Europea. Da mesi, infatti, si aspetta un pronunciamento per stabilire se il finanziamento rientri tra gli “aiuti di stato” oppure no. Nel primo caso, verrebbe revocato l’importante contributo grazie al quale si puntava a coprire gran parte del progetto da 57 milioni di euro di cui si è dotata la società a capitale pubblico-privato che deve ultimare l’invaso iniziato 40 anni fa. Se quei soldi svanissero bisognerà rivedere il progetto esecutivo con ripercussioni durissime sulle ambizioni di amministrazione ed Associazione Temporanea di Imprese.

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