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Milazzo, castello in concessione al Comune

MILAZZO. Lo Stato dà in concessione gratuita il castello al Comune, che potrà continuare ad utilizzarlo per eventi di grande richiamo.   Ieri mattina, infatti, è stata firmata, nei locali della direzione regionale dell’Agenzia del demanio di Palermo, l’atto di concessione a titolo gratuito. Per la stipula dell’atto concessorio sono intervenuti il sindaco Carmelo Pino, Natalia Famà, dirigente del settore Beni culturali del Comune, e Giandomenico Scelfo, dirigente dell’Agenzia regionale del demanio. L’accordo recepisce le condizioni contenute nel protocollo che il Comune aveva sottoscritto con la Soprintendenza. La cessione avviene a titolo gratuito, visto che l’Ente si trova in una situazione di dissesto economico-finanziario già dichiarata.   L’affidamento in concessione del castello al Comune, dunque, permetterà di restituire, senza vincoli legati alla non titolarità dell’immobile, un bene simbolo alla comunità milazzese. Inoltre il completamento delle opere di riqualificazione, l’apertura di nuovi spazi espositivi e commerciali, la realizzazione di un teatro all’aperto e l’apertura del polo congressuale - tutte iniziative già programmate e in fase di attivazione da parte dell’amministrazione - «rappresentano fattori che - come ha sottolineato il dirigente del Demanio regionale - potranno consentire la creazione di nuove opportunità lavorative e l’attrazione di nuove risorse economiche». La concessione durerà sei anni, dal primo ottobre 2013 al 30 settembre 2019, e potrà essere prorogata. Grande la soddisfazione del sindaco Carmelo Pino. «Al momento dell’insediamento - spiega - ci siamo impegnati contestualmente al completamento dei lavori, alla definizione dell’aspetto amministrativo riguardo alla proprietà del compendio monumentale. Con gli uffici abbiamo avviato la pratica, evidenziando che nel frattempo sul complesso monumentale sono stati investiti diversi milioni di euro, sia per superare lo stato di abbandono nel quale versava, sia perché convinti del valore storico-artistico-culturale che l'intera struttura poteva rappresentare per l'economia e per l'occupazionale locale. Dopo circa due anni e a seguito di contatti col ministero per i Beni e le attività culturali e il Demanio, siamo riusciti ad ottenere quanto richiesto».

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