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Patti, in aumento i ricoveri degli anziani con fratture al femore

PATTI. Per la ricerca e l'impegno nell'assistenza del paziente anziano il professore Ferdinando D'Amico, che dirige l'unità operativa di Geriatria e Lungodegenza del "Barone Romeo", è stato nominato membro del consiglio direttivo del "Gruppo Italiano di Ortogeriatria" (GIOG). A sostegno di questo riconoscimento ha contribuito il grande interesse suscitato a Torino nel corso del congresso nazionale della "Società Italiana di Geriatria e Gerontologia" il modello di Ortogeriatria che viene applicato nella unità operativa dell'ospedale pattese. "Le fratture di femore hanno una prevalenza elevata nella popolazione anziana e rappresentano una causa grave di disabilità -spiega D'Amico -. Per questo motivo abbiamo disposto uno percorso specifico di assistenza per l'anziano con fratture di femore che consente a un numero maggiore di anziani di essere operati in tempi brevi, ma anche di avere una disponibilità maggiore di posti letto nelle unità operative di Ortopedia degli ospedali di Patti e di Sant'Agata di Militello. Soprattutto significa di permettere a tanti anziani di non dovere essere ricoverati per l'assistenza e la riabilitazione dopo frattura di femore in strutture distanti dalla sede di residenza e dalle famiglie". D'Amico oltre ad essere direttore dell'unita operativa complessa di Geriatria e Lungodegenza post acuzie è docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Studi Messina, nonché coordinatore delle attività geriatriche dei centri diurni di demenza dell'Asp di Messina. Quest'anno sono stati sottoposti al trattamento di ortogeriatria ottanta pazienti. Di pari passo, anche in rapporto all'aumento della vita, fornendo assistenza e ricoveri è cresciuta l'attività nei reparti di Lungodegenza e Geriatria rispettivamente a 250 e 600 pazienti che rappresentano il fiore all'occhiello di tutta l’Asp messinese anche dal lato economico.
Il presidio ospedaliero è al primo posto in Sicilia e terzo in Italia con la più bassa mortalità delle persone colpite da ictus cerebrale a 30 giorni dal loro ricovero a seguito di una indagine svolta dal "Sole 24 Ore", in tutti gli ospedali italiani. "Chiaramente il merito di questi riconoscimenti va all'equipe medica e paramedica e ortopedica che mi ha sostenuto in questi anni - conclude D'amico -. E grazie alla collaborazione del distretto sanitario, dei servizi territoriali, della direzione sanitaria di Eugenio Ceratti e del commissario Manlio Magistri".

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