Uno di loro Filippo Bonanno, sul luogo dove aveva appena commesso unfurto da 60 mila euro lasciò una firma per vantarsi del colpo: “Il re dellecassaforti“. Secondo la polizia, quella sgominata nell’operazione Alì Babà,cheha portato all’emissione di nove ordinanze di custodia, non eraun’organizzazionedi sprovveduti. Sapevano dove e quando agire. I colpi fruttavano decine dimigliaia di euro. I ladri erano dotati di lancie termiche. Una banda capaceanche di corrompere una guardia carceraria Salvatore Cutrupia, ora aidomiciliari, affinchè in cambio di cento euro (il tentativo poi non riuscì)portasse cocaina e marijuana. Mente del gruppo Pietro Ruggeri finito incarcereassime a Antonio Bonanno, Stellario Fusco e Filippo Bonanno. Ai domiciliari,per concorso in furto, anche i fratelli Giuseppe e Giovanni Fusco. Perdetenezioene e spaccio di droga (reato riscontrato nel corso diintercettazioni)Emanuele Denaro e Salvatore Rocca. Diciannove in tutto gli indagati (servizio a cura di Emilio Pintaldi).
Caricamento commenti
Commenta la notizia