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Messina, passa il Piano di riequilibrio in Consiglio: evitato il dissesto

MESSINA. Sei astenuti, quattro contrari, ventitré a favore. Piano di riequilibrio approvato. Il Comune per ora si salva dal fallimento. Il dissesto è scongiurato ma palazzo Zanca resta sempre ente sorvegliato speciale. Un piano lacrime e sangue che prevede il pagamento in dieci anni dei debiti che si sono accumulati durante le ultime gestioni: oltre quattrocento milioni. Una cifra che potrebbe anche salire se le cause intentate contro il Comune dovessero  essere vinte dai creditori. Intanto si va avanti e si naviga a vista. E soprattutto si aderisce al decreto salva comuni. Dalla regione arriverà un contributo a fondo perduto da 27 milioni. Dalle società partecipate arriveranno altri fondi. Tre milioni dall’Azienda meridionale acque che ah dichiarato guerra ai morosi. Gli atri soldi arriveranno dalla Tares e dalle altre imposte in cui le aliquote sono state portate al massimo consentito dalla legge. Un piano sofferto sottoposto ai quartieri all’ultimo momento per il parere obbligatorio. Le circoscrizioni si sono dette umiliate. Un documento che ha determinato lo strappo tra il sindaco Renato Accorinti e due suoi ex fedelissimi:i consiglieri comunali Gino Sturniolo e Nina Lo Presti. Ora i consiglieri pro Accorinti sono solo due.

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