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Cresce la cultura del vino: quelli siciliani i più gettonati

Continuano a diminuire le quantità, ma questo va a vantaggio di una richiesta di vino di qualità, riconoscibile, pulito, sano, e simbolo di grande italianità

ROMA. «Il vino va bene, continua il suo percorso, si muove insieme alla cucina e alle idee di chi lo produce, anzi nell'alta ristorazione è in crescita. Continuano a diminuire le quantità, se vogliamo, ma questo va a vantaggio di una richiesta di vino di qualità, riconoscibile, pulito, sano, e simbolo di grande italianità. È un segnale inequivocabile tra i tavoli dei grandi ristoranti italiani».

Così, a Winenews, Giuseppe Palmieri, sommelier di «L'Osteria Francesca» di Modena di Massimo Bottura. «Quando ero un giovanissimo cameriere - racconta Palmieri, che lavorava nei ristoranti stellati 18 anni fa - c'era un pubblico più 'spaventato', disposto ad ascoltarti ma con un po' di diffidenza perchè parlavi di un argomento che masticava poco.

C'era, comunque, l'esperto, ma erano pochissimi. Oggi la cultura del vino è cresciuta, e crescerà, si prende la carta dei vini in mano con una consapevolezza diversa, ci sono anche tanti strumenti per il 'fai da te', c'è un consumatore pronto al confronto, ad ascoltarti e a divertirsi. Ed è qui che il sommelier e chi si occupa del vino - precisa Palmieri - deve saper essere rispettoso dell'ospite, delle sue risorse economiche ma anche culturali».

Ma su quali siano le tendenze del momento nel calice, non ci sono dubbi: «il Prosecco ha lavorato benissimo e si vede. Noi abbiamo una clientela internazionale, e soprattutto se si parla di aperitivo non facciamo neanche in tempo a spiegare cosa abbiamo al bicchiere, come alternative: tutti vogliono subito il Prosecco. E poi va benissimo la Sicilia, terra straordinaria e molto amata, che si è scollata dalla sua vecchia immagine, e oggi grazie a tanti produttori che producono vini da vitigni e autoctoni e di territorio, è sicuramente una delle più gettonate, e destinata a crescere ancora».

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