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Messina, casa Mosè chiude e Al Jazeera gli dedica reportage

La struttura di accoglienza ai minori gestita dall’Aibi è in credito con il Comune e gli aiuti non bastano. Numeri drammatici per i piccoli giunti senza famiglia

MESSINA. Chiude la casa d'accoglienza dei bambini e arriva Al Jazeera. Finisce sulle pagine dei telegiornali internazionali la vicenda di Casa Mosè, la casa d'accoglienza dedicata ai giovani migranti. Questa mattina arriverà in città l'emittente internazionale Al Jazeera che ha già contattato le responsabili del progetto. L'Aibi, l'associazione amici dei bambini che in città ha aperto casa Mosè ma che è presente in tutto il mondo, vantano un credito nei confronti del Comune che supera abbondantemente i duecentomila euro. Ma palazzo Zanca, a cui arrivano i soldi del ministero destinati all'assistenza dei minori non accompagnati, da 11 mesi senza bilancio con il documento in attesa di essere licenziato dalla giunta per poi essere approvato dal Consiglio, non scuce un centesimo.

Così Casa Mosè, il rifugio gestito dall'Aibi, l'associazione amici dei bambini, chiude i battenti. Dal Comune fanno sapere che il ministero degli Interni ha stanziato i soldi ma che non sono ancora stati accreditati. Comunque sia, resta il fatto che nessuna anticipazione è stata accordata alla responsabile regionale del centro Dina Caminiti che è andata a bussare a tutte le porte di palazzo Zanca. Il rifugio dedicato ai Misna, l'acronimo di minori non accompagnati, sorge da mesi a Camaro nell'ex asilo che le suore immacolatine hanno concesso per sei anni all'associazione. Precedentemente, casa Mosè, sorgeva in un altro istituto religioso tra San Filippo e Mili. Le volontarie, in prima fila Dina Caminiti e la sorella Maria Teresa, danno assistenza 24 ore su 24 ai bambini arrivati sulle barche senza adulti. Tra gli ospiti, siriani, egiziani, marocchini, ghanesi, ghambiani. Attualmente ci sono una ventina di giovani ospiti.

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