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Messina, tagli a treni e navi: gli operatori sul piede di guerra

MESSINA. Le rassicurazioni delle Ferrovie sui tagli dei treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia e le navi traghetto non sono piaciute al sindacato Orsa. Domani, alle 18, nella sede della stazione Marittima saranno decise le modalità della protesta. Possibile lo sciopero di ferrovieri e marittimi nelle prossime settimane.  L'Orsa con i segretari Antonino D'Orazio, Mariano Massaro e Michele Barresi ha replicato al comunicato del gruppo Fs, diramato martedì pomeriggio, in cui si segnalava che le Ferrovie non abbandoneranno lo Stretto anzi potenzieranno i servizi con la ricollocazione delle 62 unità in esubero. Di fatto le Ferrovie hanno confermato il Piano che punta a una sola nave traghetto notturna per i due treni diretti a Roma, che sono stati tagliati gli intercity Siracusa-Milano e che i passeggeri, di giorno, dovranno fare uso del collegamento veloce Metromare per raggiungere il porto e la stazione ferroviaria di Villa San Giovanni senza restare seduti sui convogli per attraversare lo Stretto.

Il governo ha «accontentato» i trasporti pubblici tra Sicilia e Calabria - secondo il programma delle Ferrovie - con il bando di gara da 21 milioni di euro già pubblicato dal ministero ai Trasporti per il servizio triennale di aliscafi. Ventuno milioni erogati contro il risparmio di 47 milioni per assicurare la continuità territoriale tra la Sicilia e il continente. Per l'Orsa nessun potenziamento è possibile in assenza di investimenti e lo stesso rappresentante di Ferrovie, l'ingegnere Savino, il 2 febbraio ha riferito che il taglio al servizio essenziale, raccomandato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si rende necessario per via della mancanza di fondi da destinare al servizio di traghettamento passeggeri veloce; dunque i fondi mancanti verrebbero prelevati dai finanziamenti conferiti per il servizio di traghettamento con il treno.

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