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Messina, disco verde dei revisori al piano di equilibrio

MESSINA. Parere positivo ma con 24 pagine di prescrizioni e paletti. I revisori dei conti hanno licenziato, dopo giorni di attese e di polemiche il parere sul piano di riequilibrio "affondato" dalla commissione ministeriale che si occupa anche per conto della Corte dei conti, di monitorare la situazione economica del Comune. Il Collegio dei revisori presieduto da Dario Zaccone nella tarda mattinata di ieri, ha emesso un verdetto: parere positivo ma con una serie di prescrizioni. Gli uffici della ragioneria del comune dovranno apportare le modifiche e poi trasmettere la delibera al consiglio comunale per l'approvazione. Il documento infine sarà trasmesso a Roma. In effetti la commissione attendeva questo provvedimento entro il 28 gennaio. Ma sembra che il termine non fosse perentorio. In gioco c'è il default che, secondo alcuni consiglieri, come Antonella Russo (rappresentante del gruppo misto ed esponente del neo movimento Vivi Messina che vede in Nicola Merlino, sindaco di Rometta, il leader), appare inevitabile. Secondo la consigliera infatti sono abbondantemente scaduti tutti i termini imposti: tanto dalla commissione quanto dalla Corte dei conti. E poi riuscire a far quadrare i conti sarebbe cosa impossibile.

Ma veniamo al parere dei revisori. 24 pagine fitte fitte. Una serie di ammonizioni ufficiali su quelle che sembrano sviste o eccesso di ottimismo. Tra le entrate, come al solito, cifre maggiori di quanto invece secondo i revisori il Comune andrà ad incassare nei prossimi dieci anni. Spicca la cifra prevista tra i crediti che deriverebbero nei prossimi dieci anni dai pensionamenti del personale. Quindici milioni di euro in più la somma che secondo i revisori va tolta dai calcoli. E dai crediti. Nel capitolo Amam poi, il Comune, prevede che l'Azienda meridionale acque, nei prossimi dieci anni, versi a palazzo Zanca un cifra che si aggira intorno ai trenta milioni. Una cifra che aumenta progressivamente partendo con un milione e seicentomila euro il primo anno. Secondo i rilievi dei revisori, il Comune ha previsto almeno un venti per cento in più di quanto realmente incasserà.

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