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Agricoltura, addetti in calo: è allarme manodopera illegale

In otto anni circa 11 mila lavoratori in meno iscritti all'anagrafe Inps. Nel territorio barcellonese si parla pure di caporalato. Più contratti, ma stagionali e aticipi

MESSINA. L'utilizzo di manodopera irregolare nell'agricoltura non si arresta. Gli ultimi dati forniti dalle organizzazioni sindacali confermano che i contratti sono in calo con i disoccupati che potrebbero nascondersi nelle campagne continuando a lavorare. Sarebbero diecimila coloro che sarebbero in servizio nell'agroalimentare privi di uno straccio di accordo formale con le ditte.
Calogero Cipriano, segretario provinciale della Fai Cisl, alimenta questo dubbio: "In agricoltura nel 2007 avevamo negli elenchi anagrafici 27mila lavoratori con una media di 151 giornate di lavoro l'anno, nel 2013 avevamo sedicimila iscritti con una media di appena 51 giornate l'anno, oggi per trovare un centocinquantunista dobbiamo andare solo tra i forestali".

I dati del 2014 sull'impiego di lavoratori agricoli è ancora più basso secondo quanto descritto dalla Flai Cgil con Giovanni Mastroeni: gli iscritti negli elenchi anagrafici Inps è sceso a 15.250 addetti nel settore agricolo. In sette anni il calo è stato tra gli 11 e i 12mila circa di forza lavoro regolarmente impegnata nelle produzioni agricole. La Fai Cisl ha segnalato di aver denunciato più volte casi irregolari agli ispettori Inps di Roma, Palermo e Messina e della Guardia di Finanza per sollecitare maggiori controlli. Ma per Cipriano occorre modificare il programma di contrasto al lavoro nero: "Oggi non bisogna più andare in quelle ditte che assumono una persona ma dobbiamo verificare quelle imprese che non risultano completamente, bisogna controllare quelle aziende che hanno ad esempio pochi dipendenti ma che di fatto ne hanno molti, c'è il caso del territorio di Barcellona Pozzo di Gotto dove ci hanno riferito che resiste ancora il caporalato - prosegue il sindacalista - lo abbiamo segnalato ma attendiamo risposte".

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