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L'ex parlamentare Romagnoli chiede l’intervento della Farnesina

L’ex parlamentare, detenuto a Podgorica da dicembre, ribadisce la sua innocenza: «Mai venduto armi, ho solo messo in contatto acquirenti e compratori»

CAPO D'ORLANDO. È in una lettera di nove pagine scritte a mano la difesa dell’ex parlamentare ed ex presidente dell’Orlandina, Massimo Romagnoli, detenuto dal 16 dicembre nel carcere di Podgorica, in Montenegro, in attesa di essere estradato negli Stati Uniti. Romagnoli, è stato raggiunto da un mandato di cattura internazionale del distretto giudiziario di New York con l’accusa pesantissima di traffico internazionale di armi con finalità terroristiche.

Una accusa molto seria che l’ex parlamentare proverà a smontare in fase processuale ma che, intanto, chiarisce nella lettera che ha inviato al Consiglio Generale per gli Italiani all’Estero nelle scorse settimane. Romagnoli sollecita l’intervento del Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ribadendo la propria estraneità alle accuse per le quali rischia da un minimo di 17 anni all’ergastolo. «Sono completamente innocente - scrive l’ex parlamentare - in vita mia non ho mai venduto armi, non ho mai prodotto falsi certificati e non so neanche come e chi li produce. Ho solo messo in contatto due persone: i possibili acquirenti e i possibili venditori». Nella lettera, Romagnoli racconta in ordine cronologico il susseguirsi degli avvenimenti che hanno portato al suo arresto. Dal mese di settembre, da quando un amico romeno lo contattò per sapere se conoscesse una fabbrica d’armi, “visto che da 10 anni - scrive Romagnoli – mi occupo di aerei militari. Ma pensavo che fosse merce destinata al Ministero della difesa romeno”.

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