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Allarme Mediterraneo, la proposta: stop alla pesca nello Stretto

ROMA. Chiudere in modo permanente la pesca a strascico in aree chiave dello Stretto di Sicilia dove si aggregano gli stock ittici 'giovanili' del Mediterraneo, così da consentire il recupero della popolazione di pesci come il merluzzo e il gambero rosa, i cui stock sono «fortemente» sovrasfruttati. Questa la proposta che Oceana (l'Organizzazione internazionale per la conservazione dell'ambiente marino) ha inviato formalmente alla Commissione generale per la pesca in Mediterraneo (Cgpm).

L'Organizzazione parteciperà la settimana prossima al meeting della Fao sul progetto MedSudMed per sostenere un piano di gestione pluriennale per gli stock e dal 24 al 27 marzo parteciperà anche al Comitato scientifico del Cgpm che si terrà a Roma.

Secondo Oceana questa misura «contribuirà a ripristinare gli stock ad oggi sovrasfruttati e non gestiti del Mediterraneo»; in queste acque infatti - spiega - «il 92% degli stock ittici sono sovrapescati». «Proteggere le aree di aggregazione di giovanili e le zone di riproduzione è il primo e immediato passo che deve essere intrapreso per garantire il futuro delle risorse ittiche - dichiara Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa - solo uno stock su dieci nel Mediterraneo è pescato a livelli sostenibili».

Per questo, continua, «chiediamo ai Paesi del Mediterraneo una forte presa di posizione per assicurare la disponibilità a lungo termine delle risorse ittiche nel bacino del Mediterraneo. La chiusura di queste aree trova supporto in evidenze scientifiche; non ci sono scuse per non intervenire, specialmente quando le comunità locali dipendono fortemente dalla pesca». Per Oceana questa è una «misura di emergenza; mentre i Paesi rivieraschi stabiliscono un piano di gestione per recuperare gli stock».

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