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La lunga «agonia» degli impianti sportivi a Messina

Dovrebbero autofinanziarsi con il 36 per cento della partecipazione alle spese delle società, invece rendono non più dell'otto. Ecco la mappa

MESSINA. Un disastro gli impianti sportivi messinesi. Costano milioni, fruttano poche migliaia di euro. Dovrebbero autofinanziarsi con il 36 per cento della partecipazione alle spese da parte delle società sportive. Rendono invece non più dell'otto per cento. Lasciano bollette di acqua e di luce, specie piscine e stadi, per milioni di euro e sono quasi tutti inagibili se parliamo di pubblico. Il Comune dovrebbe aggiornare convenzioni e contratti che restano invece nei cassetti.

La scorsa settimana per i campionati regionali di atletica al campo Cappuccini sono dovuti intervenire i disboscatori. Nessuno degli impianti è agibile. Non potrebbero entrare spettatori. E se entrano la responsabilità è dei presidenti. I servizi a domanda individuale come gli impianti sportivi, secondo la legge e secondo la Corte dei conti, dovrebbero rendere il 36 per cento delle spese e rendono invece appena l'8 per cento. Il resto ce lo mette il Comune che molto spesso si trova tra i morsi dell'Azienda meridionale acque perché non può pagare le bollette.

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