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Dimissioni assessore a Messina, Cisl: "Dal Comune nessuna risposta ai bisogni della collettività"

È quanto afferma Calogero Emanuele, segretario generale della Cisl Funzione Pubblica

MESSINA. «Le dimissioni dell'assessore Mantineo confermano quanto la Cisl ha sostenuto nel recente passato, soprattutto in ordine alla riorganizzazione della struttura amministrativa del Comune di Messina che non risponde alle esigenze della collettività e soprattutto non dà risposte ai bisogni della collettività». È quanto afferma Calogero Emanuele, segretario generale della Cisl Funzione Pubblica, secondo il quale: «La scelta dell'assessore Mantineo, che deteneva la delega ai servizi sociali e anche al personale, per la Cisl è l'ennesima riprova che non ha mai partecipato alle scelte organizzative operate dalla Giunta Accorinti e dal Direttore Generale».

«Chissà perchè dopo le dimissioni dell'esperto dei servizi sociali Tonino Ceraolo - sottolinea Emanuele - oggi si dimette l'assessore che
lega la sua decisione alle impossibilità ed alle disfunzioni del dipartimento. Un settore strategico ed importante che sin dall'insediamento della giunta Accorinti è stato oggetto di tante disfunzioni e disservizi, dalla gestione dei servizi sociali, alla utilizzazione dei fondi Pac alla programmazione del Distretto Socio-Sanitario». «Nel corso degli anni ogni accordo raggiunto con l'assessore su servizi sociali, personale, precari, fondi Pac o cantieri di lavoro - ricorda il sindacato - è stato puntualmente disatteso o addirittura stravolto perchè evidentemente le strategie del Comune di Messina vengono decise da 'una sorta di cerchio magicò del quale evidentemente non ne fa parte l'Assessore dimissionario».

«Le dimissioni dell'assessore Mantineo, che i rumors già volevano da tempo - aggiunge Emanuele - non possono essere paragonate a quelle dell'assessore Cucinotta o di Todesco e del rifiuto di Conti Nibali. Evidentemente Accorinti, ma più di lui il Direttore Generale, deve interrogarsi su ciò che bisogna fare per far funzionare la macchina amministrativa sapendo che anche la legge sull'anticorruzione, oggi, impone di correggere il tiro».

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