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Femminicidio a Messina: "Lui voleva tornare in Tunisia"

In carcere l’uomo che ha ucciso la moglie a colpi di bastone. Ha raccontato che discutevano sul ritorno in patria con le figlie e lei si rifiutava

MESSINA. Litigavano perché lui voleva tornare in Tunisia portandosi dietro le bambine invece lei si era rifiutata con decisione. Sarebbe questa la causa della brutale aggressione costata la vita a Omayma Benghaloum, 33 anni, tunisina trovata morta sul letto di un'abitazione in via Comunale a Sperone. Era coperta con un lenzuolo ed aveva la testa fracassata.

A colpirla con un bastone fino ad ucciderla il marito Dridi Faouzi, 52 anni, tunisino che l'altra mattina si è presentato negli uffici del Commissariato Nord confessando il delitto. Il corpo della donna è stato portato nella camera mortuaria del Papardo dove domani sarà eseguita l'autopsia mentre il marito si trova in carcere in attesa della convalida del fermo.

Era stato lo stesso tunisino a spiegare ai poliziotti della Squadra mobile il motivo del litigio, l'aggressione ed infine la decisione di costituirsi. Dridi Faouzi che tutti conoscevano come un uomo tranquillo e mite ha spiegato ai poliziotti che da tempo aveva intenzione di tornare in Tunisia con la famiglia, o perlomeno portando con sé le figlie, eventualità che la moglie aveva rifiutato fermamente più volte. Forse c'era anche la gelosia ed inoltre non accettava il nuovo lavoro di Omayma che invece aveva trovato la sua strada, da circa un mese, infatti, era impegnata a fianco degli agenti dell'ufficio immigrazione come interprete e mediatrice culturale.

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