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Messina, riparato il bypass nella notte
Ancora emergenza, stanziati 3 milioni

Si erogheranno presto circa 300 litri al secondo che insieme a quelli dell'acquedotto della Santissima (200 litri al secondo) serviranno in parte a mitigare le sofferenze dei messinesi

La protesta dei cittadini per l'emergenza idrica davanti al Comune di Messina

MESSINA. È stato riparato in nottata dai tecnici di Siciliacque il bypass di Forza D'Agrò, che collega l'acquedotto  di Fiumfreddo a quello dell'Alcantara riuscendo a far arrivare a Messina l'acqua, sia pure con portata ridotta. Si erogheranno presto circa 300 litri al secondo che insieme a quelli dell'acquedotto della Santissima (200 litri al secondo) serviranno in parte a mitigare le sofferenze dei messinesi.

Molte zone però restano senz'acqua e in quasi tutta la città l'erogazione dura solo per poche ore al giorno. Protezione civile ed esercito stanno intanto rifornendo con autobotti scuole ed ospedali. Frattanto sono stati stanziati 3 milioni di euro, due da parte dello Stato e uno da parte della Regione, per gli interventi previsti per la messa in sicurezza della collina a Calatabiano, dove è avvenutala frana che ha interrotto la condotta, la realizzazione di un secondo bypass e le operazioni di prima emergenza.

Da ieri è operativa anche una task force della Protezione civile nazionale con 40 tecnici che sarà guidata dal dirigente regionale Calogero Foti. Oggi alle 10 protesta davanti al municipio contro comune e Amam, di fatto commissariati per la gestione dell'emergenza.

Wwf: emergenza siccità a causa di errori a catena E' una serie di "errori a catena" ad aver determinato l'emergenza siccità a Messina. Insostenibile consumo di suolo, mancanza di prevenzione e manutenzione, incapacità di spendere i soldi stanziati, interventi di "difesa idraulica" fatti male e spesso controproducenti, continuo taglio della vegetazione lungo i fiumi, escavazione selvaggia del letto dei fiumi che ne distrugge gli habitat con la scusa di spesso inutili "pulizie": queste, secondo il Wwf, le cause della mancanza di acqua nella città etnea.

Il caso di Messina, spiega in una nota l'associazione, dimostra che "il dissesto idrogeologico è una vera emergenza nazionale. Negli ultimi mesi più di metà del Paese è andato sott'acqua, dalla Sicilia, alla Sardegna, alla Liguria, passando per la Toscana e la Calabria, con numerose vittime e ingenti danni". A Messina, in particolare, rileva il Wwf, "sono mancate totalmente prevenzione e monitoraggio: sarebbe bastato far monitorare a chi è esperto il tratto della condotta per poter prevedere ciò che poi è successo. Invece si è continuato a sbancare colline, a tombare le fiumare, a costruire lungo la costa".

Il Wwf ritiene fondamentale innanzitutto applicare le direttive su "acque" (2000/60/CE) e "rischio alluvioni" (2007/60/CE). "E' urgente - sottolinea - promuovere la riforma della governance della difesa del suolo, istituendo le Autorità di distretto. E' indispensabile ridare centralità al bacino idrografico, come l'unità territoriale più efficace per garantire un serio governo del territorio e su cui impostare politiche per la gestione delle acque, la riduzione del rischio idrogeologico e per l'adattamento ai cambiamenti climatici".

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