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Gettonopoli a Messina, revoca respinta: resta l'obbligo di firma per i consiglieri

Tra i 12 consiglieri solo Paolo David,Piero Adamo e Angelo Burrascano avevano deciso di rispondere all'interrogatorio di garanzia. Le spiegazioni degli avvocati degli indagati non hanno convinto il giudice

MESSINA. Il Gip di Messina ha respinto la richiesta di revoca delle misure cautelari per 12 dei 29 consiglieri comunali indagati nell'ambito dell'inchiesta gettonopoli. Per loro rimane dunque l'obbligo di firma prima e dopo i lavori di commissione. Tra i 12 consiglieri solo Paolo David,Piero Adamo e Angelo Burrascano avevano deciso di rispondere all'interrogatorio di garanzia.

Le spiegazioni degli avvocati degli indagati non hanno convinto il giudice che ha sottolineato che anche se fosse vero che i consiglieri si allontanavano dai lavori di commissione solo per partecipare ai lavori di consiglio o per effettuare attività politica sempre all'interno del Municipio, potevano comunque scegliere di essere assenti e rinunciare così al gettone di presenza.

I reati contestati, a vario titolo, sono truffa aggravata, falso ideologico e abuso d'ufficio. L'indagine, condotta dalla Digos anche attraverso intercettazioni video e ambientali, ha consentito di accertare i comportamenti disinvolti di gran parte dei consiglieri, alcuni dei quali, dopo avere apposto la loro firma sul registro, scomparivano quasi subito nel nulla.

Intanto oggi alle 10 davanti al comune ci sarà una manifestazione di protesta dei cittadini per chiedere le dimissioni dei consiglieri indagati.

L'unica formazione politica a non essere coinvolta nell'inchiesta giudiziaria è la Lista civica «Cambiamo Messina dal basso» del sindaco Renato Accorinti, l'esponente pacifista che alle ultime amministrative venne eletto a sorpresa superando al ballottaggio il candidato del Pd Felice Calabrò.

 

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