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Crescono i dipendenti dal gioco di azzardo nel Messinese

MESSINA. Cento giocatori patologici presi in carico dal Sert dell'Azienda sanitaria provinciale nel 2014. Cresce il numero degli schiavi da gioco. Il servizio di assistenza per le dipendenze patologiche dell'Azienda sanitaria provinciale aiuta loro e le famiglie. Erano 80 nel 2013. Una decina di chiamate disperate arrivano ogni mese al numero messo a disposizione dai volontari di "Mettiamoci in gioco". Sono migliaia i giocatori abituali patologici. Centinaia di migliaia le macchinette mangiasoldi distribuite nelle tabaccherie e nei bar.

I minori giocano nelle sale slot, sorte come i funghi nell'intera provincia. A Milazzo e a Barcellona ce ne sono alcune enormi. E, in generale, sul gioco, in certi casi, c'è l'ombra dell'usura e quindi della malavita organizzata. Chi non riesce a finanziarsi le proprie giocate si rivolge prima ai canali tradizionali, finanziarie e banche, e poi ai cravattari. Sale slot, bingo, bar e poi le ultime frontiere: le sale da gioco virtuali dove, con un computer o un telefonino e una carta di credito ricaricabile, si può accedere ai casinò virtuali.

Sono soltanto alcuni dei dati e delle riflessioni che sono contenuti nel rapporto che sta stilando il Gruppo messinese "Mettiamoci in gioco". In prima linea, assieme agli altri, la Caritas diocesana con il suo programma Game Over finanziato con i fondi dell'8 per mille. Uno sforzo comunicativo, quello del cartello di associazioni di volontari che non ha precedenti: enorme ed autofinanziato.

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