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Scomparse due ragazze a Messina, il cellulare di una ritrovato a Catania

MESSINA. I carabinieri stanno cercando due ragazze di 17 anni delle quali non si hanno più notizie da ieri pomeriggio. Sono stati i genitori delle due amiche a segnalarne la scomparsa dicendo che erano uscite senza più fare ritorno a casa. I militari hanno rintracciato il cellulare di una delle due giovani nella zona di Catania. Le indagini proseguono sia a Messina che nella città etnea.

Secondo quanto emerso dalle dai carabinieri le due amiche di 17 anni scomparse a Messina prima di spegnere i cellulari avrebbero mandato via whatsapp un messaggio ai genitori: «Abbiamo preso questa decisione, non siamo sole».

Dalle 12 di ieri le due si sono allontanate da casa e alle 22 hanno chiuso il telefono cellulare non comunicando più con i genitori. Non è chiaro il motivo dell'allontanamento. La madre di una delle due su Facebook ha scritto un appello sulla propria bacheca chiedendo informazioni a chiunque le abbia viste.

Nei giorni scorsi un altro caso: è stata ritrovata dalla polizia di Stato ad Avola, nel Siracusano, una 14enne milanese che si era allontanata di casa la notte del 30 gennaio scorso. La minorenne era in compagnia di un 19enne della zona, che è residente in Germania. I due si erano conosciuti durante le vacanze estive ed erano rimasti in contatto tramite social network. La ragazza è stata riaffidata alla madre.

Mesi fa un'altra fuga a Ragusa ebbe come protagonisti due minorenni che si erano allontanati da casa dopo il rimprovero dei genitori. I due furono rintracciati dalla polizia poche ore dopo grazie alla denuncia di allontanamento presentata dalla mamma di una tredicenne.

Dalle immediate indagini è emerso che la bambina si era allontanata insieme ad un altro ragazzo poco più grande. Non si è trattato, così come ipotizzato inizialmente, di una fuga d'amore ma di una fuga dalle regole imposte dai genitori e soprattutto dalla punizione di aver requisito il telefono cellulare ad entrambi. Questo elemento accomunava i due minorenni che avevano deciso di farla "pagare" ai genitori.

 

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