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A Messina "picchiata e uccisa perché non avevano avuto figli maschi"

MESSINA. Una nuova perizia medico legale è stata disposta nel processo, in Corte d' Assise, per l' omicidio di Omayma Benghaloum, la mediatrice culturale tunisina uccisa a colpi di bastone al culmine di un litigio nella sua abitazione di Sperone il 4 settembre 2015.

Accusato di omicidio il tunisino Faouzu Dridi, marito della donna. Il processo è ormai entrato nel vivo con l' esame dei familiari della giovane mediatrice culturale che lavorava a fianco degli agenti dell' ufficio immigrazione della Questura in occasione dello sbarco di migranti. Anche l' ultima sera era stata impegnata fino a tardi per l' arrivo di una nave di migranti.

Dopo la testimonianza della madre della giovane tunisina, sentita nella precedente udienza, ieri sono stati sentiti il padre ed il fratello. Quest' ultimo in particolare ha confermato i dissapori tra Omayma ed il marito, era deluso per il mancato arrivo di un figlio maschio, la coppia ha avuto quattro bambine.

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