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Bruciati i tubi del bypass di Messina,
la città rischia una nuova emergenza

MESSINA. Messina è a rischio di una nuova emergenza idrica in piena estate. Dall'Amam, azienda meridionale acque di Messina fanno sapere che "qualcuno ha bruciato la scorsa notte i quattro tubi del bypass di Calatabiano dell'acquedotto di Fiumefreddo, la città potrebbe trovarsi per diversi giorni, in gran parte del territorio, senz'acqua".

Il bypass era stato realizzato quando la città dello Stretto rimase oltre venti giorni senz'acqua per una frana che aveva rotto la conduttura a Calatabiano. "Ci vorranno giorni per riparare la condotta - dicono dall'acquedotto - aspettiamo che arrivi il materiale, cercheremo di riparare tutto nel più breve possibile".

Intanto per fornire acqua alla città si starebbe attivando il by pass dell’Alcantara che però da solo non avrebbe la capacità di rifornire tutta la città.

«In otto mesi solo chiacchiere, promesse e passerelle. Messina si appresta a vivere una nuova emergenza idrica dopo quella dello scorso novembre e duole dirlo, ma è figlia del pressapochismo con cui il governo - Crocetta affronta i problemi veri della nostra Regione». Così Mariella Gullo, deputata di Forza Italia.

«Mi auguro che il guasto al bypass di Calatabiano, causato da un incendio forse doloso (fatto deprecabile), sia risolto in tempi brevi per scongiurare la crisi in piena estate, ma non può passere sotto silenzio - aggiunge - il 'nulla cosmico" del governo regionale che aveva addirittura promesso, attraverso l'assessore Croce, 24 milioni di euro lo scorso autunno. I soldi avrebbero dovuto essere impiegati per consolidare le colline del versante dello Jonio e adeguare la conduttura dell'acqua. Quattrini che invece non sono mai arrivati».

«L'ennesimo guasto alla condotta idrica di Messina è un disastro annunciato. Si sapeva già a ottobre scorso, come abbiamo più volte denunciato, che il bypass sarebbe stato una soluzione provvisoria e sin da subito l'Amam ha stimato i costi per il ripristino dell'intera condotta in 6 milioni di euro. Fondi che non sono mai arrivati a Messina, nè

da Palermo, nè da Roma». Lo dice in una nota il senatore di Sinistra italiana, Francesco Campanella. «I governi Crocetta e Renzi - aggiunge - hanno deliberatamente deciso di abbandonare a se stessa l'amministrazione guidata da Renato Accorinti, producendo di fatto i disastri di oggi. Un'intera città da questa mattina è nuovamente a secco e non si sa nemmeno per quanto tempo dovrà restarci. Renzi e Crocetta dovrebbero solo vergognarsi per l'ennesima cronaca di un disastro annunciato»

La situazione che interessa dall'alba di oggi l'acquedotto di Calatabiano è seguita con attenzione dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio. "Il Dipartimento, infatti - informa una nota - sta seguendo l'evolversi della situazione in stretto contatto con la struttura regionale della protezione civile, con il Comune di Messina e con i tecnici di Amam, istituzioni ed enti locali che dallo scorso 4 maggio - data di chiusura dello stato di emergenza nazionale - gestiscono in ordinario il sistema di monitoraggio dei movimenti franosi e il sistema di approvvigionamento dell'acqua a seguito degli interventi effettuati durante la gestione emergenziale".

Il 24 ottobre scorso a Calatabiano si ruppe di una grossa tubazione dell’acquedotto Bufardo, la condotta idrica che serve la città di Messina. Una quantità smisurata di acqua inondò con un fiume di fango e detriti il quartiere Manganelli a Calatabiano. Il torrente di fango trascinò con sé anche pietre e massi.

Per 21 giorni Messina rimase senza acqua e il by pass che è stato collocato a novembre doveva essere una soluzione tampone in attesa che la protezione civile completasse i lavori di messa in sicurezza della collina franata. Ma così non è stato. E dopo otto mesi, Messina è di nuovo senz'acqua.

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