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Truffa per ottenere contributi pubblici, 8 denunciati nel Messinese

SANT'AGATA DI MILITELLO. E’ stata scoperta una truffa per ottenere finanziamenti europei e regionali per oltre un milione di euro. Otto persone sono state denunciate nel Messinese. Le indagini e un sequestro preventivo di oltre un milione di euro sono stati eseguiti dalla guardia di finanza Sant’Agata di Militello e Santo Stefano di Camastra. Due imprenditori sono indagati per truffa aggravata. Si tratta di di T.F., 63 anni, di Tusa, e di S.G., 49 anni di Milazzo.

E’ stato scoperto un giro di fatture false per eseguire lavori edili, ma i documenti contabili erano, invece, stati redatti per “gonfiare i costi” ed in alcuni casi per certificare prestazioni mai eseguite. Lo scopo sarebbe stato quello di permettere al gestore di un’attività alberghiera di rendicontare spese più alte del reale per ottenere i contributi pubblici. I finanzieri della Tenenza di Sant’Agata, hanno posto sotto sequestro per equivalente sei unità immobiliari facenti parte della struttura turistica per un valore di oltre 535 mila euro nonché la somma di 165 mila euro depositata nei conti correnti bancari e postali di due degli indagati.

In particolare è stato bloccato l’ultimo finanziamento, pari a 400 mila euro e la cui concessione era prevista per la fine del mese di gennaio.

L’indagine della guardia di finanza di S. Agata di Militello è partita da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una persona del settore della vendita di elettrodomestici ed elettronica nei centri di Sant’Agata di Militello e Santo Stefano di Camastra.

A insospettire i militari alcune fatture d'acquisto di questa impresa. Le ricevute che erano state emesse da un’altra società con sede in Sant’Agata di Militello risultata inesistente e completamente "gestita" dallo stesso rivenditore controllato.

La merce come arredi, elettrodomestici, materiale di elettronica, tendaggi, tessili è stata ulteriormente fatturata per essere rivenduta di Sant’Agata di Militello ad un altro che opera nel settore alberghiero nella zona di Tusa. I successivi sviluppi dell’attività ispettiva hanno portato ad identificare altri soggetti economici, alcuni dei quali con sede in Sicilia, sia nell’hinterland nebroideo che a Palermo, ed altri in Calabria, nella zona della locride. In particolare, avrebbero realizzato un consistente giro di fatture non veritiere che erano relative all'esecuzione di rilevanti lavori edili. I documenti contabili erano, invece, stati redatti per gonfiare i costi ed in alcuni casi per certificare prestazioni mai eseguite, col solo fine di permettere al gestore della citata attività alberghiera di rendicontare spese più alte del reale per ottenere i contributi pubblici.

Le Fiamme Gialle hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Patti in totale otto persone in concorso per le ipotesi sia di truffa aggravata ai danni dello Stato, reato che prevede la reclusione fino a sei anni, che per le violazioni penali tributarie.

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