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Bracconieri in azione sui colli di Messina: uccisi 3 cinghiali

Cinghiale avvistato nella zona collinare di Messina

MESSINA. Salgono a sei i cinghiali uccisi, nell'arco di poco tempo, sulle colline di Tremonti a Messina. Domenica notte, alcuni colpi di fucile sono stati sparati all’interno di un terreno privato - che da tempo era diventato la dimora di tredici cinghiali provenienti dai vicini boschi Peloritani - uccidendo tre delle dieci bestie che erano sopravvissute al primo massacro. Le carcasse degli animali, barbaramente sparati a pallettoni sono state anche martoriate e tirate con delle pesanti funi, da uno o più responsabili dell’insano gesto.

I sospetti ed una serie di coincidenze, come il giorno scelto per compiere il reato non a caso è avvenuto a ridosso del lunedì, solitamente destinato alla macellazione, farebbero rivolgere le attenzioni degli investigatori verso il fenomeno della macellazione clandestina e della vendita di carni non controllate e pertanto ritenute pericolose per la salute umana. L’episodio ha suscitato amarezza tra i residenti dei palazzi vicini, i quali svegliati in piena notte dal rumore degli spari, hanno subito capito che qualcosa di brutto si era verificato nel campo in cui dimoravano i cinghiali.

Le macchie di sangue erano sparse ovunque ma degli animali uccisi non c’erano tracce. Ritrovati anche i pallini del fucile utilizzato per compiere il massacro. Trattandosi di bestie non aggressive e abituate ad accettare la presenza dell’uomo, molte persone si erano abituate alla loro presenza ed avevano imparato ad amarli. I più affezionati giornalmente gli portavano pane e cibo e si soffermavano piacevolmente a osservarli mentre mangiavano. La notizia circolata in poco tempo è stata segnalata nel mattino ai vigili urbani della Sezione per il Benessere degli animali che sono immediatamente intervenuti per effettuare le prime verifiche e cogliere elementi utili a risalire all’identità dei responsabili.

Insieme agli addetti degli uffici del dipartimento veterinaria dell’Azienda sanitaria provinciale, adesso si teme per la possibile commercializzazione delle carni di origine selvaggia, un fenomeno che dalle parti di rione Giostra ha una cassa di risonanza molto forte. Il consumo da parte dell’uomo di questa carne non proveniente da allevamenti controllati potrebbe esporre al rischio di gravi infezioni come ad esempio la tubercolosi. Intanto si teme anche per la sicurezza dei sette cinghiali sopravvissuti. Le bestie, due adulti di grossa taglia e cinque più giovani di taglia piccola ma pesanti una cinquantina di chili ciascuno, saranno al più presto allontanati da Tremonti. La Polizia municipale ha posto il caso all’attenzione della Lipu, Lega per la protezione degli animali selvatici, la quale attraverso una delle responsabili ieri ha fatto sapere che gli animali verranno al più presto spostati e portati al sicuro presso il Centro faunistico di Colle San Rizzo. Il trasferimento dovrà avvenire in totale sicurezza sia per i sette esemplari ma anche per gli operatori che se ne occuperanno. I cinghiali verranno prima sedati dai veterinari dell’Asp al solo scopo di prevenire eventuali reazioni aggressive dovute all’allontanamento dal luogo che per loro è diventato l’habitat naturale. Sull’emergenza cinghiali a Messina, pochi mesi fa l’assessore comunale alla tutela degli animali Daniele Ialacqua, ha costituito una rete di intervento pronta a intervenire specialmente in presenza di esemplari pericolosi.

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