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Autorità portuale, i sindacati: Messina tagliata fuori dal governo nazionale

MESSINA. L’Autorità portuale di Messina è stata nuovamente tagliata dalle scelte del governo nazionale. A sostenerlo - intervenendo per l’ennesima volta in pochi mesi sulla riforma per la rimodulazione degli Enti portuali italiani - sono le organizzazioni sindacali di categoria Fast Confsal e Ugl che ieri, dopo aver appreso le ultime notizie giunte da Roma, hanno firmato una nota congiunta per esprimere dissenso senza lesinare critiche nei confronti dei politici messinesi.

«Le correzioni apportate dal governo - dichiarano i segretari Nino Di Mento e Guglielmo Pellegrino rispettivamente di Fast Confsal e Ugl - al decreto legislativo 169/2016 sulla governance dei porti, non hanno riguardato in alcun modo la situazione di stallo in cui si trovano le autorità portuali di Messina e Milazzo all’interno dell’area dello stretto». Con questo nuovo decreto si rimette in mano la questione porti, semplificandone la governance, ma creando allo stesso tempo una netta distinzione tra i porti regionali e nazionali, classificandoli in tre categorie.

«Un nuovo colpo basso per la nostra Authority - dichiarano i due dirigenti sindacali - e l’intera area dello stretto che a livello nazionale continua ad essere mortificata dall’assenza di una politica locale, rea di non essere in grado di rappresentare nelle sedi istituzionali le vere esigenze del territorio».

Ampliando i contenuti dell’intervento su una questione di straordinaria importanza per lo sviluppo portuale dello stretto, inoltre le due organizzazioni di categoria si stupiscono come in piena campagna elettorale non si riesca a intravedere soluzioni per aiutare una città ormai declassata. Dopo aver preso atto dell’ennesima esclusione di Messina, dal sistema portuale italiano, i sindacati annunciano che la battaglia intrapresa nei mesi scorsi in difesa dell’Autorità portuale dello stretto, riprenderà nei prossimi giorni con la petizione volta all’istituzione della sedicesima Autorità portuale di sistema dell’area integrata dello stretto. Una causa già sostenuta da duemila persone che in meno di un mese hanno apposto la loro firma, riunendo la sponda messinese a quella calabra . «Il destino di un’istituzione così importante conclude Di Mento - non può tollerare più bocce ferme».

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