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Papardo di Messina, bufera sui parcheggi a pagamento

MESSINA. Al Papardo di Messina scatta la protesta dei sindacati contro i parcheggi a pagamento. Il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, spiega che la decisione è stata presa dall’ex direttore poco prima di lasciare l’incarico di manager, senza per altro informare i sindacati.

Così utenti e lavoratori sono costretti a pagare per parcheggiare l’auto: “La zona è disagiata – spiega il segretario territoriale di Messina, Ivan Alonge – essendo servita da una sola linea di autobus di fatto costringe all’utilizzo di auto privata. Forse se proprio si volesse per forza intraprendere la strada dei parcheggi a pagamento si dovrebbe comunicare con il Comune e vedere se prima sia possibile migliorare il trasporto pubblico”. Martedì prossimo il Nursind ha convocato un’assemblea del lavoratori presso il Papardo. Filippo Barbaro, segretario aziendale Nursind, ha chiesto di provare “ad annullare un contratto capestro. Proprio l’aziendalizzazione sfrenata degli ospedali e l’attribuzione di poteri incontrastati ed incontrastabili ai manager ospedalieri, ha condotto alla stipula di tale contratto”.

Il nosocomio messinese si è dunque adeguata alla cattiva prassi dei vari ospedali “di considerarsi – a dire del Nursind - a tutti gli effetti azienda privata, il cui scopo primario sembra non essere più quello di erogare salute e servizi relativi alla salute, ma di provare a fare cassa, sfruttando i bisogni stessi di salute dei cittadini. Infatti l’azienda riceverebbe in cambio della concessione, una percentuale del 53,57% sugli incassi, per tutta la durata del contratto, cioè 24 mesi più altri 12 facoltativi opzionabili”.

La nuova amministrazione del Papardo ha avuto il buon senso di convocare le rappresentanze sindacali per informare della situazione. Pur non essendo nel merito favorevole si è trovata costretta ad accettarla.

L’altra beffa, poi, riguarda il personale ospedaliero: “Nella delibera non viene neanche menzionato – dice Alonge – e ai dipendenti sono assegnati solo 222 posti riservati, un numero chiaramente inadeguato a soddisfare le necessità reali di un organico che conta circa 1.200 dipendenti. Numerosi dipendenti sono turnista, la mattina è quasi impossibile trovare posti gratuiti e il personale dipendente che arriva dovrebbe pagare 6 euro al giorno”.

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