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Bimbo siciliano rapito dal padre arabo, il nonno: "Dopo 5 anni ancora nessuna notizia"

«Non abbiamo alcuna notizia del bambino. Le autorità marocchine sembra non facciano nulla. Mio nipote sarebbe stato visto a Dakhla nel Sahara occidentale con una zia paterna. Il 10 aprile scorso è arrivata una lettera con queste indicazioni al ministero della Giustizia italiano. Era stata spedita per posta ordinaria il 15 febbraio dal ministero marocchino». È il nuovo disperato appello di Antonino Imbesi, 75 anni, nonno materno di Karim (nome di fantasia), 9 anni, nato a Barcellona Pozzo di Gotto che è stato sottratto dal padre marocchino quando aveva 4 anni e portato prima in Libia poi in Marocco.

Imbesi continua a chiedere aiuto alle autorità considerato anche le notizie sconfortanti che gli giungono dal Marocco da parte dell’avvocato che rappresenta sua figlia, la madre di Karim, Paola Imbesi, 38 anni.
«L'avvocato - dice Imbesi - mi dice chiaramente che il bambino non viene cercato. Nonostante la sentenza definitiva del 2016 della Corte d’appello marocchina che decide che mio nipote deve stare con la madre in Italia».

Paola Imbesi denunciò il rapimento da parte del padre del bambino, da cui si stava separando, il 20 giugno 2013 al commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto. Da allora il calvario non è ancora terminato.

La donna peraltro è stata adottata e il primo marito morì, mentre erano in viaggio di nozze a Cuba, in un incidente stradale. Da 5 anni lotta per riabbracciare il figlio che ha visto l’ultimo volta due anni fa in Marocco, tre anni dopo la scomparsa, e con il bambino che a stento la riconobbe.

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