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Bimbi morti in un incendio a Messina, il rogo partito forse da una presa elettrica in cucina

Francesco Filippo e Raniero Messina

Proseguono a Messina le indagini del vigili del fuoco del Niat (Nucleo investigativo antincendi territoriale) nella casa dove ieri, a causa di un rogo, sono morti i fratellini Francesco Filippo e Raniero Messina, di 13 e 10 anni. I vigili del fuoco stanno cercando di capire cosa abbia originato le fiamme e come si siano propagate così velocemente. La polizia ieri e oggi ha interrogato i genitori (Gianmaria Messina e Chiara Battaglia che si sono salvati insieme agli altri due figli, Tancredi e Federico, di 8 e 6 anni) e alcuni vicini di casa.

L’ipotesi accreditata già ieri è che a provocare il rogo sia stato il malfunzionamento di una presa in cucina, lo stesso ambiente in cui era stato realizzato il soppalco in legno sul quale dormivano Francesco Filippo e Raniero. Il più grande dei ragazzi era riuscito a mettersi in salvo, ma quando ha capito che uno dei fratelli era in casa, è tornato indietro a soccorrerlo, trovando anche lui la morte.

L'incendio è divampato intorno alle 4 nella loro casa tra via dei Mille e via Ettore Lombardo. I genitori erano in casa e hanno tentato disperatamente di salvare i loro quattro figli, ma sono riusciti a strappare al fuoco e al fumo solo i più piccoli, quelli di 8 e 5 anni.

Per Francesco Filippo di 13 anni e il fratello Raniero di 10 non c'è stato nulla da fare, sono morti asfissiati. Il più grande avrebbe dovuto sostenere gli esami di terza media all'Istituto Verona Trento, la scuola ha deciso di sospendere le prove. Il più piccolo aveva appena conseguito invece la licenza elementare.

La madre e il padre, Giovanni e Chiara Messina, sono una giovane coppia di 38 e 39 anni proprietari dell'Emporio Armani di via Dei Mille. Il padre è riuscito a portare in salvo i due figli più piccoli, ha provato a soccorrere anche gli altri due ma le fiamme glielo hanno impedito.

A raccontare cosa è accaduto nella casa di via dei Mille è stato per primo ieri Fernando Rizzo, cugino di Chiara Battaglia, che vive al secondo piano dello stesso palazzo, un’elegante costruzione degli anni Venti in una delle strade più esclusive della città. A chiamare i vigili del fuoco alle 4.07 di ieri è stato un vicino.

All’improvviso, ancora in piena notte, Rizzo ha sentito urlare e bussare forte alla porta: «Erano i miei cugini e i loro figli. Sono entrati - ha detto - e poi ho visto nelle scale anche il loro bambino di 13 anni che, quando si è accorto che mancava quello di 10, è scappato scendendo al piano di sotto per salvarlo, ma non è più risalito. L’ho inseguito, non si vedeva nulla, non si respirava e sono caduto».

I superstiti si sono rifugiati nell’abitazione di Rizzo, dove l'aria era irrespirabile. «Sono saltato - ha raccontato - dal mio balcone a quello del vicino e qui ho rotto il vetro e ho aiutato a passare dal cornicione i miei cugini e i bimbi, mia moglie e i miei figli. Siamo vivi per miracolo e disperati per i miei nipoti».

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