MESSINA. E' pronta la diffida di Cittadinanzattiva contro l'Amam ed il Comune per difendere i diritti degli utenti che dal 1° maggio si ritroveranno a pagare bollette più salate. Secondo le prime voci l'aumento delle tariffe dovrebbe aggirarsi intorno al 30 per cento ed una parte degli introiti ricavati dovrà essere versata all'amministrazione comunale sotto forma di canone di locazione annuo. Un provvedimento che non piace al coordinamento Cittadinanzattiva, pronta ad impugnarlo in tutte le sedi competenti pur di tutelare gli interessi dei cittadini. "Non possiamo accettare - sostiene il procuratore dei cittadini, l'avvocato Salvatore Vernaci - che sugli utenti gravi il peso di nuovi oneri, per legge e per statuto non dovuti". Il rincaro delle tariffe, già all'esame del consiglio comunale, infatti è stato inserito in una proposta di delibera consiliare di revisione del piano pluriennale, prevedendo nel contratto di servizio dell'Amam il pagamento di un canone annuo di 15 milioni di euro per la concessione in uso di reti, impianti ed altre dotazioni strumentali alla gestione del servizio idrico integrato. Per il 2013 è stato considerato un importo di 10 milioni di euro con bollette più salate a decorrere dal mese di maggio. In disaccordo il movimento di Cittadinanzattiva per il quale l'Amam, in quanto proprietaria della rete idrica e degli impianti, nulla dovrebbe riconoscere al Comune. Si diffidano pertanto il presidente dell'azienda meridionale acque ed il direttore generale, il commissario straordinario del Comune, il dirigente comunale delle società partecipate ed il collegio dei revisori dei conti a rivedere, ciascuno in base alle proprie competenze, il contratto di servizio. "Se la delibera verrà approvata dal consiglio comunale - avvertono gli attivisti - saremo pronti a dare battaglia".
Previsti aumenti bollette acqua, scatta la diffida di Cittadinanzattiva
«Inaccettabile, se la delibera passa siamo pronti a dare battaglia»
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