MESSINA. Da oltre sette mesi devono fare a meno del contributo per l'autonoma sistemazione. Da alcuni mesi sono costretti, da un' ordinanza, a rientrare ma senza una vera e propria abitazione. La loro è ancora in molti casi pericolante. E' l'assurda situazione che sono costretti a vivere un gruppo di abitanti di Scaletta Zanclea, il comune colpito assieme a Giampilieri dall'alluvione del 10 ottobre del 2009 che fece 37 morti e migliaia di sfollati. In pratica l'ordinanza di protezione civile che consentiva l'erogazione dei contributi per l'affitto, circa duecento euro a persona per un massimo di tre persone è scaduta. Nonostante le promesse fatte non è stata rinnovata. Ma non è tutto. Le cosiddette zone rosse, quelle off-limits, sono state dichiarate verdi cioè abitabili ma senza che alcun lavoro di messa in sicurezza sia stato effettuato. Alcune delle case che dovrebbero essere abitate sono in zona verde ma continuano ad essere inagibili. A fare una precisa fotografia di quanto avviene è il consigliere provinciale Antonino Muscarello che ha spedito una nota al presidente della Provincia Nanni Ricevuto e alla Regione. "Ad oggi - scrive Muscarello - anche a seguito delle dimissioni del commissario delegato l'ex sindaco Buzzanca ed al conseguente subentro del commissario Croce alla guida del Comune di Messina, le oltre 80 famiglie di Scaletta Zanclea, tristemente note come sfollate, si ritrovano da oltre 7 mesi senza il contributo per l' autonoma sistemazione, nonostante i numerosi solleciti e le manifestazioni dei diversi comitati". Muscarello scende poi nel dettaglio: "In contrada Divieto, nel territorio di Scaletta Zanclea, molte delle zone in cui ricadono le abitazioni di numerose famiglie, da rosse sono tornate ad essere zone verdi e, quindi, tecnicamente fuori pericolo. Ma le abitazioni restano però ancora inagibili, parzialmente distrutte e, quindi, pericolanti e non abitabili. Mai nessun lavoro è stato effettuato sulle case danneggiate. Le famiglie sfollate - insiste Muscarello - rivendicano, quindi, il sacrosanto diritto al contributo per l'autonoma sistemazione, proprio perché impossibilitate a rientrare, se non a proprio rischio e pericolo, nelle proprie abitazioni". Muscarello aggiunge altri particolari: In contrada Divieto, in passato, era stato raggiunto un accordo tra la protezione civile e rete ferroviaria italiana. Obiettivo un' importante opera di messa in sicurezza che riguardava in particolar modo, il ponte della ferrovia. Occorreva realizzare i lavori di sfogo e la canalizzazione delle acque. "Interventi che, ad oggi - conclude Muscarello - non sono stati mai eseguiti. Sembra che rete ferroviaria non abbia dato più il suo benestare, a causa della mancanza di fondi". Muscarello chiede quindi a Ricevuto di intervenire sulla Regione, sulla Protezione civile e sul commissario del Comune Croce.