MESSINA. Minacciano di non mandare più i figli a scuola i genitori della scuola elementare “Giorgio La Pira2” di Camaro. Da una settimana l’impianto di riscaldamento non funziona, costringendo gli scolari a soggiornare per cinque ore, in aule fredde ed in condizioni ambientali ai limiti della sopportazione. Le temperature poco miti degli ultimi giorni hanno contribuito ad acuire la gravità del disservizio, sollevando un coro generale di polemiche. A battere i denti per il freddo infatti non sono soltanto i piccoli alunni ma anche gli insegnanti ed il personale non docente, diventati loro malgrado vittime sacrificali del clima rigido degli ultimi giorni. Il guasto improvviso del servizio di riscaldamento sarebbe da addebitare, secondo i primi accertamenti tecnici, ad un problema esclusivamente elettrico che il Comune, a distanza di sette giorni, non ha provveduto a risolvere.
“Per ironia della sorte - interviene il consigliere della Terza circoscrizione, Libero Gioveni - si dà il caso che l’amministrazione comunale, esattamente due giorni fa, ha appaltato i lavori di manutenzione degli impianti elettrici, termici e di climatizzazione in tutte le scuole pubbliche per un impegno di spesa pari a 247 mila euro. Un motivo in più per il quale, l’intervento alla scuola “La Pira” , diventa necessario ed a questo punto anche doveroso”. In questa circostanza a poco è servito l’arrivo repentino di alcuni addetti del servizio manutenzione della caldaia che, dopo aver effettuato i necessari controlli, hanno sostenuto che la causa del guasto dipende dall’impianto elettrico. Da quel giorno è calato il silenzio mentre i bambini sono rimasti al gelo. In una nota inviata al dirigente del dipartimento edilizia scolastica, al commissario straordinario del Comune ed al dirigente del 10° istituto comprensivo “Giorgio La Pira”, il consigliere Gioveni a nome delle famiglie, sollecita l’adozione di interventi urgenti per porre fine all' incresciosa e perdurante situazione di disagio.
“Siamo di fronte ad una palese violazione del diritto allo studio - sostiene il consigliere - i genitori non tollereranno a lungo la permanenza dei loro piccoli, nelle fredde aule del plesso, con le conseguenze che ne deriveranno in termini di dispersione scolastica”. Ancora una volta vengono calpestati i diritti dei soggetti più deboli in una città sorda dinanzi alle emergenze.
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