SANT'AGATA. Lavoratori dei servizi ecologici di nuovo in stato di agitazione. Da oggi, è prevista l'attivazione di presidi sul territorio. Circa 200 operatori impiegati nel servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti sono senza stipendio da sei mesi. I rappresentanti sindacali Nunzio Musca (Uil), Salvatore Mignacca (Cgil), Santo Patti (Cisl) si sono confrontati con i vertici delle imprese che gestiscono il servizio per conto dell'Ato Me 1, ovvero il presidente del Consorzio Fasteco Luca Fiasconaro ed il direttore generale della Multiecoplast Antonino Paterniti.
Presente anche una delegazione di lavoratori. Ma, nulla da fare. La mancanza di liquidità dell'Ato Me 1 non consente di pagare le mensilità arretrate alle aziende (circa 16) e, di conseguenza, il salario ai lavoratori. I responsabili delle imprese hanno sottololineato che "l'esposizione già sopportata nei confronti dell'Ato Me 1 ha ormai raggiunto livelli non più tollerabili e, al fine di poter garantire il regolare svolgimento dei servizi ed il pagamento delle spettanze arretrate ai lavoratori, allo Stato, ai fornitori, etc.., quindi diventa improcrastinabile ricevere immediatamente risorse economiche".
La richiesta di anticipazione di somme prevista dalla normativa regionale vigente, al fine di reperire liquidità da destinare al pagamento dei debiti contratti dall'Ato, è stata inoltrata solo da 4 comuni (Sant'Agata non è tra questi) sui 33 dell'ambito territoriale. In ogni caso, la relativa procedura di liquidazione non sembra immediata. Inoltre, la normativa nazionale vigente prevede, dal primo gennaio 2013, l'introduzione della Tares, nuovo tributo che sostituisce la Tia e che essendo di esclusiva competenza dei comuni non darà all'Ato, in tempi brevi, alcuna liquidità da destinare al pagamento dei servizi per il 2013. Le aziende, quindi, hanno comunicato che "fino a quando non riceveranno risorse non saranno nelle condizioni di poter corrispondere alcuna delle mensilità arretrate vantate dai lavoratori".
Le organizzazioni sindacali, dal canto loro, hanno manifestato il "gravissimo stato di sofferenza, ormai non più sopportabile, da parte delle maestranze che non riescono più a garantire alle proprie famiglie neanche le primarie necessità giornaliere". E dichiarato, dunque, lo stato di agitazione di tutti i lavoratori. Si riservano di "adottare i provvedimenti previsti e necessari al rispetto del diritto fondamentale del lavoratore, che è quello almeno di percepire il salario, anche se non con regolarità". Il verbale dell'incontro sindacale è stato trasmesso al presidente della Regione e al prefetto di Messina.
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