MESSINA. L'ospedale Piemonte è ancora in bilico. Il rischio chiusura, o comunque ridimensionamento, non è evitato ma l'assessore alla Sanità Lucia Borsellino
promette al comitato nato per la sua salvaguardia risposte concrete entro maggio mentre si fa avanti il manager dell'Azienda sanitaria provinciale Manlio Magistri che si dice pronto ad assorbire parte della struttura. Ma andiamo per ordine. Il comitato «Salvare l'ospedale Piemonte» guidato dal magistrato Marcello Minasi e dal ginecologo Silvano Arbuse ha incontrato l'assessore Borsellino. Assieme a loro uno dei riferimenti locali della lista «Il megafono» Giuseppe Ardizzone. L'assessore ha garantito che entro maggio nel nuovo piano sanitario regionale sarà definito il quadro che comprende anche il ruolo del Piemonte.
Ma c'è una novità: Il direttore generale dell'Asp 5, Manlio Magistri, l'unico a quanto pare, a presentare il piano nascite, sollecitato dai tagli che si profilano per la Regione, ha assicurato di essere pronto ad assorbire immediatamente l'ospedale Piemonte. Al momento infatti, l'Asp, che gestisce già diversi ospedali in provincia come quello di Taormina, non ha ospedali cittadini che si occupino di media e bassa complessità. Gli interventi devono essere dirottati all'ospedale Papardo e al Policlinico. L'Asp potrebbe usufruire di un grosso punto di riferimento per le emergenze urgenze. Un'ipotesi percorribile secondo l'assessore Borsellino che sta comunque tentando di reperire altri finanziamenti.
Il comitato ha sollecitato la vendita degli immobili dell'ospedale di viale Europa attraverso le aste pubbliche già avviate. Il movimento cittadino esistente, nato diversi anni fa proprio per tutelare l'ospedale, ha chiesto di conoscere direttamente la posizione assunta dall'amministrazione regionale in merito ai tagli che rischiano di escludere a priori la struttura del viale Europa. »Attendiamo da due anni e mezzo la fine dei lavori - ha spiegato Minasi - che hanno lo scopo di mettere in sicurezza l'ospedale dai rischi sismici annunciati da tempo da una commissione ministeriale di vigilanza.
La stessa Protezione civile ha stabilito in un secondo momento che, in caso di calamità naturali, questo plesso dotato di una posizione così strategica, in pieno centro città, non può mancare di servizi essenziali come la Cardiologia o l'Emodinamica». Ad oggi, il Piemonte conta solo su 48 posti letto sui 121 previsti dalla legge. È in funzione solo la piastra chirurgica che ospita ormai poche specialistiche in cui i posti letto sono stati ridotti del 50 per cento. Il comitato chiede che venga aperto il padiglione 4 a cui manca solo il nulla osta dei vigili del fuoco e che vengano reperiti i fondi per la ristrutturazione del padiglione 6 e che l'emergenza-urgenza venga attrezzata dei suoi servizi d'assistenza.
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