CAPO D'ORLANDO. I tempi non saranno certo brevi. E’ emersa con chiarezza, durante il tavolo tecnico convocato dalla Protezione Civile, a Messina, la necessità di aspettare che il movimento franoso si stabilizzi per poter comprendere meglio la natura dell’evento e gli interventi a quel punto da porre in essere. Due, attualmente le abitazioni inghiottite da un movimento franoso esteso su 6.000 metri quadrati. Da sabato scorso la statale 116, all’altezza di contrada Marmoro, è interrotta e i disagi sono notevoli con ripercussioni pesanti su tutto l’hinterland. Lo hanno fatto presente i due sindaci Enzo Sindoni e Daniele Letizia che con una nota congiunta chiederanno lo stato di calamità proponendo anche dei percorsi alternativi per fronteggiare l’emergenza, strade intercomunali che possano collegare Capo d’Orlando e Naso limitando i disagi. “Servono almeno quattro settimane- è stato spiegato dalla Protezione Civile nel corso della riunione- per verificare se il terreno avrà assorbito le piogge dei mesi scorsi e stabilire se la frana si è fermata oppure sia ancora in movimento”. Nel frattempo si è ipotizzato una riapertura della strada almeno ad una corsia e solo per i mezzi leggeri (auto e piccoli furgoni) anche se i due sindaci sono intenzionati a sollecitare la realizzazione anche di un percorso alternativo ampliando un tracciato attualmente esistente tra la contrada Catutè di Capo d’Orlando e quella Brucoli, nel territorio di Naso. Sembra invece più vicina la soluzione per statale 113, chiusa da qualche giorno a causa della caduta di alcuni massi. “Mercoledì l’Anas ci ha annunciato che provvederà a rimuovere i massi caduti l’ altro giorno sulla sede stradale ed installare una rete a protezione del costone- spiega il sindaco Sindoni- ma bisognerà anche programmare l’intervento di consolidamento a monte di una collina che ormai tende a cedere ad ogni pioggia. Ma questo dovrà essere un percorso che l’Anas instaurerà con i privati che sono proprietari di quei terreni” Siamo tra l’altro alla vigilia della campagna antincendio che la Protezione Civile porterà avanti e la piena efficienza delle strade è condizione imprescindibile per la salvaguardia del territorio. E poi c’è il turismo, con l’ estate che avanza. Intanto il primo passo è quello di comprendere nel dettaglio la natura di queste frane e per questo sono al lavoro i geologi che stanno analizzando le zone interessate dai cedimenti.