MILAZZO. Il Tar di Catania ha accolto il ricorso del dirigente comunale Michele Bucolo confermandolo Ragioniere generale del comune. Si chiude così dopo oltre 15 anni una vicenda che aveva visto contrapposti il dirigente municipale e l'amministrazione del tempo. Bucolo era stato destinatario del ricorso di un altro candidato che sosteneva la necessità quale requisito non solo del possesso del diploma di laurea, ma anche dello specifico diploma (ragioniere) di scuola superiore.
Ad avviso del tribunale amministrativo "la previsione del congiunto possesso di un diploma di laurea e di un diploma di scuola media superiore può risultare legittima e ragionevole solo qualora - oltre che essere giustificata dalle peculiarità del posto messo a concorso - le competenze presupposte dal titolo inferiore non siano implicite nel possesso del titolo superiore". Per il sindaco Carmelo Pino, "la sentenza del Tar conferma che l'amministrazione ha visto giusto nella decisione adottata nel giugno dello scorso anno di assegnare il dottor Bucolo alla Ragioneria Generale, in quanto l'interessato ha la laurea specifica. Ecco quindi che pur negli anni, avendo il nostro dirigente ricoperto altri ruoli all'interno del comune, ha tutti i titoli ed i requisiti per occupare l'incarico che si è aggiudicato vincendo il concorso". "Oggi - continua Pino - la figura del Ragioniere generale è indispensabile ed infungibile specialmente in presenza della gravissima crisi economico-finanziaria in cui versa il comune e della complessità delle procedure di risanamento finanziario previste per gli Enti dissestati. Purtroppo però devo constatare che da un anno a questa parte la presenza del dirigente è stata pressoché nulla, visto che per infortuni e malattie varie, è stato e continua ad essere in congedo e quindi ci ritroviamo privi di una figura fondamentale con tutte le conseguenze che è facile immaginare".
In queste circostanze, il sindaco ha "scoperto" altre situazioni che necessitano di essere particolarmente attenzionate. "Ad esempio - scrive il primo cittadino - è emerso che diversi dipendenti non hanno usufruito di ferie per periodi lunghissimi, in alcuni casi anche per dieci anni, contravvenendo alle norme che disciplinano la materia. Ma pure che al pari di quanto avviene a Barcellona anche a Milazzo si riscontra, con frequenza quasi costante, che personale dipendente destinatario di ordini di servizio per l'espletamento di mansioni diverse da quelle cui era adibito o, comunque, di disposizioni che modificano il precedente inquadramento lavorativo, sovente lamenti l'insorgenza di patologie che ne determinano l'assenza dal lavoro.
Ma non si tratterebbe solo di malattie. Di fronte a questi sistemi è ferma intenzione, nonché obbligo, dell'amministrazione di azionare tutti gli strumenti e le procedure, nessuna esclusa, per scoraggiare e reprimere eventuali abusi finalizzati ad assentarsi indebitamente dal posto di lavoro, anche nel rispetto e a tutela di tutti coloro che lavorano con serietà e dedizione".
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