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«No ai tagli al reparto di ostetricia»: ospedale Barone Romeo nella bufera

Lettera di protesta alla Regione e all’Asp del responsabile Uil medici, Marco Bertolani, contro il depotenziamento

PATTI. Il reparto di ostetricia del Barone Romeo a rischio depotenziamento. Lo denuncia l'Uil medici guidata da Marco Bertolani con una lettera di protesta indirizzata al presidente della Regione Siciliana, all'assessore regionale alla sanità, al sindaco di Patti, al commissario dell'Asp 5 e al direttore sanitario. "Non si comprende perché dalla sola nostra struttura sono stati mobilitati ben tre unità di dirigenti ostetrici il cui organico peraltro è ridotto all'osso - dice Bertolani -, solo sei i medici presenti in servizio, in quanto due sono assenti presumibilmente per molto tempo, per garantire il percorso nascita presso il presidio ospedaliero di Lipari. La considerazione più sorprendente e che ciò comporta il depotenziamento della struttura di U.O.C, unita operativa complessa di ostetricia che ha rappresentato e rappresenta a tutt'oggi il punto di riferimento per le gravidanze a rischio e quelle pretermine grazie alla presenza dell'unità di terapia intensiva neonatale (Utin) avendo espletato ben 750 parti nel 2012, la struttura con il carico di lavoro più alto rispetto alle altre”.
Si tratta di un atto di enorme gravità, sottolinea ancora il sindacalista, ”in quanto con tale scelta si dovranno giocoforza lasciare scoperti dei turni”. Invece di garnatire la presenza h24 del ginecologo, la struttura viene depotenziata. Non riusciamo a comprendere - conclude Bertolani - il motivo per cui si vuole esasperare con turni massacranti il personale medico e non medico con grave pregiudizio sia per la salute della partoriente che per lo stesso operatore ".
Replica il dirigente sanitario del Barone Romeo, Eugenio Ceratti: "Come altre disposizioni precedenti, in primis quella riguardante la chiusura per sette giorni delle prestazioni ambulatoriali di ostetricia, sono decisioni da me fortemente contrastate. Ma nonostante ciò si è fatta ugualmente. Per quanto mi riguarda - conclude Ceratti - io sono un dipendente dell'azienda e quindi debbo fare tutto ciò che essa dispone. Non posso andare contro queste disposizioni per cui il mio compito è quello di adeguarmi anche se è lo ripeto io non sono d'accordo su tale organizzazione".  

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