MESSINA. L'Autorità Antitrust ha aperto una istruttoria per verificare «una possibile intesa restrittiva della concorrenza nelle tratte dello stretto di Messina», dopo aver rilevato «nell'ultimo triennio un aumento delle tariffe del trasporto passeggeri fino al 150 per cento». Procedimento, spiega una nota, aperto nei confronti di Caronte & Tourist, Rete Ferroviaria Italiana, Bluferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare dello Stretto «che potrebbero avere concertato i prezzi e ripartito il mercato». L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato l'istruttoria nella riunione dello scorso «per verificare - spiega, con un comunicato - se le società Caronte & Tourist, Rete Ferroviaria Italiana, Bluferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare dello Stretto, attive nel trasporto marittimo nello Stretto di Messina, abbiano messo in atto un'intesa finalizzata alla concertazione dei prezzi e alla ripartizione del mercato». Il provvedimento è stato notificato oggi alle parti nel corso di alcune ispezioni effettuate in collaborazione con il Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza. «Secondo i primi dati raccolti dall'Antitrust i prezzi, nell'ultimo triennio, hanno registrato incrementi significativi e contestuali, come testimonia in modo emblematico l'evoluzione delle tariffe del trasporto passeggeri, identiche e con aumenti fino al 150 per cento». Secondo l'Antitrust «la presunta intesa avrebbe lo scopo di eliminare qualsiasi confronto competitivo, anche potenziale, tra gli operatori», ed «un ruolo determinante sarebbe attribuibile ai due operatori storici, Caronte&Tourist e RFI, che avrebbero raggiunto nuovi »equilibri« in grado di soddisfare le esigenze di entrambi e di bloccare attuali ed eventuali nuovi concorrenti minori».