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La Tares, caos e code agli uffici Tributi E in tanti a Messina non hanno i soldi per le rate

MESSINA. Lunghe code ieri all'interno degli uffici Tributi di viale San Martino. Dal 31 dicembre i contribuenti stanno ricevendo i bollettini di pagamento della nuova tariffa sulla gestione dei rifiuti che ha sostituito - secondo i provvedimenti nazionali che sono stati recepiti da amministrazione e Consiglio comunale - la Tarsu. Con la Tares l'intero costo annuale di gestione che ammonta a 42 milioni di euro circa sarà tutto a carico dei contribuenti e non più al 40% di Palazzo Zanca. Al dipartimento Tributi sono state chieste informazioni, una delle quali riguarda i componenti del nucleo familiare (numero che compone la quota variabile del pagamento). In caso di decessi in famiglia nel 2013 la cifra dei componenti non può essere aggiornata ma occorrerà attendere il 2015 e non si avrà una riduzione dal costo recapitato a domicilio. Il regolamento della Tares approvato dal Consiglio spiega che i dati si basano al primo gennaio 2013 e non possono essere aggiornati per l'anno appena trascorso. Tra i disguidi anche chi si è trovato bollettini per immobili non più di proprietà da anni. Tanti gli arrabbiati che non possono permettersi di pagare il tributo sui rifiuti e che dovranno farlo, per la prima rata, dal 26 gennaio. Le altre due sono fissate al 15 febbraio e al 15 aprile. Sulla riduzione del versamento per le fasce deboli il capogruppo Udc, Mario Rizzo, e i consiglieri comunali Maria Perrone, Udc, e Daniela Faranda, Nuovo Centrodestra, hanno chiesto al sindaco Renato Accorinti "L’immediata realizzazione ed esecuzione della delibera prevista per dare un necessario aiuto alle fasce più deboli della nostra città che non possono affrontare, viste la oggettive situazioni di disagio economico-sociale, ulteriori salassi tributari". L’articolo 23 del regolamento Tares prevede riduzioni ed esenzioni nei seguenti casi: per locali di residenza occupati da persone assistite economicamente e certificate dal Comune; soggetti che versano in una particolare situazione di disagio economico-sociale, accertato dai servizi sociali del Comune; per locali e aree utilizzati da enti e associazioni, riconosciute per legge, per il recupero di tossicodipendenti, alcolisti e simili; per locali adibiti per attività insistenti in località soggette ad opere straordinarie di manutenzione urbana, realizzata dal Comune, tali da rendere un danno all’esercizio dell’attività e relativamente ai periodi dei lavori pubblici; per i locali di residenza occupati da ultrasettantenni, unico componente del nucleo familiare, con invalidità del 100%.

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