MESSINA. C’era anche il padre di Provvidenza «Provvy» Grassi , nel seminterrato della Procura per il conferimento dell’incarico al medico legale per l’autopsia. Il signor Giovanni, accompagnato dall’avvocato Giuseppina Iaria che sta affiancando la famiglia per sgomberare le nubi dal mistero della fine di Provvidenza Grassi, segue con attenzione ogni passaggio di questa assurda vicenda. Occhiali scuri, poche parole, un dolore composto. La giovane commessa ventisettenne era scomparsa lo scorso 10 luglio e dopo sei mesi, lo scorso 23 gennaio è stata ritrovata morta sotto il viadotto Bordonaro della Tangenziale. L’epoca e le cause della morte saranno chiarite dall’autopsia che eseguita ieri pomeriggio all’obitorio del Policlinico. Nel pomeriggio è stata effettuata una Tac e molto probabilmente oggi saranno eseguiti altri accertamenti.
Il medico legale Elvira Ventura Spagnolo ha chiesto 60 giorni di tempo prima di far arrivare una relazione sul tavolo del magistrato che, sempre ieri mattina, ha nominato un consulente tecnico, l’ingegnere Andreas Pirri. Ad entrambi il magistrato ha posto quesiti a 360°, per chiarire le cause della morte, la compatibilità con la caduta, se la ragazza fosse già morta prima di volare giù dal viadotto. Insomma non si vuole lasciare nulla al caso. Anche i familiari di Provvidenza si sono affidati a loro consulenti di parte, sono stati nominati il medico legale Giulio Di Mizio, professore dell’università Magna Grecia di Catanzaro e l’ingegnere Roberto Arcadia, anche lui di Catanzaro. Intanto le indagini proseguono, dopo il ritrovamento del cadavere è stata posta sotto sequestro una strada che conduce all’area vicino alla cabina elettrica dove è stata ritrovata l’auto.
Alla vicenda poi si aggiunge il mistero di una telefonata che sarebbe partita da un telefono di Provvidenza verso le 13 dell’11 luglio e diretta ad un’utenza di casa. Un altro dettaglio da chiarire e verificare per sgomberare il campo da dubbi. Per il momento l’ipotesi privilegiata sembra l’incidente stradale. Tornando verso casa, l’auto di Provvidenza sarebbe volata giù dal viadotto alla fine della galleria Bordonaro della Tangenziale. Come un proiettile la Seicento è uscita fuori strada in un tratto privo di protezione rotolando nel burrone per una ventina di metri fino ad arrivare in un canale di scolo vicino alla cabina elettrica, coperta dalla fitta vegetazione. Sembra assurdo, ma nessuno si è accorto del guardrail danneggiato e neanche della targa anteriore rimasta appesa nella parte di dietro del guardrail, né dell’auto ed il cadavere finiti accanto alla cabina elettrica. Per questa vicenda risultano già iscritti nel registro degli indagati, come atto dovuto per eseguire l’autopsia, sei dirigenti del Cas, il consorzio autostradale.
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