SAN FRATELLO. Non c’è tregua sul fronte dell’abigeato, un triste fenomeno che sta sottoponendo “a ferro e fuoco” le campagne del territorio dei Nebrodi. L’allarme è stato palesemente denunciato da Alessandro Chiarelli, presidente della Coldiretti Sicilia, e già commissario dell’associazione regionale allevatori, durante il recente incontro con l’assessore regionale alle Risorse Agricole, Dario Cartabellotta, svoltosi nell’aula consiliare di San Fratello ed a cui hanno partecipato il primo cittadino Francesco Fulia , i sindaci di Floresta , Sebastiano Marzullo ( veterinario), di Acquedolci,Ciro Gallo, di Sant’Agata,Carmelo Sottile, di Cesarò Salvatore Calì, il vicesindaco di Caronia , Nicola Maimone ( veterinario) ed i rappresentanti delle associazioni allevatori della zona .
”A seguito della crisi economica inarrestabile la criminalità organizzata è ritornata a praticare l’abigeato - spiega Chiarelli - , reato abbandonato in passato perché poco remunerativo, ed oggi per non ritornare ai tempi del bandito Giuliano le forze dell’ordine per poter arginare il fenomeno potrebbero avvalersi della nuova tecnologia, utilizzando il telecontrollo nei nodi stradali obbligati per attraversare territori , e verificare accessi sospetti, essere dotati della strumentazione per leggere i micro cip identificatori di tutti gli animali,e fornirsi delle carte di pascolo in possesso della polizia veterinaria” dichiara ancora il presidente della Coldiretti Sicilia, che oggi pomeriggio nell’incontro fissato con il nuovo questore di Palermo, Maria Rosaria Maiorino, al primo posto in agenda sottoporrà la questione degli allevatori siciliani messi in ginocchio dalle cosche dell’abigeato.
Negli ultimi tempi i ladri di bestiame hanno ripreso ad imperversare in lungo e in largo creando un più che giustificato allarmismo tra gli operatori del comparto agro- pastorale. A dicembre nelle pagine di questo giornale avevamo pubblicato la denuncia fatta da Elena Carroccetto, responsabile della sezione provinciale di Messina di “Donne Impresa”,organismo operativo della Coldiretti, e riguardante “La cifra impressionante di oltre un milione di euro rappresenta il danno che gli allevatori subiscono se si sommano nell’arco di un anno i furti di bestiame messi a segno dal crimine organizzato che opera nelle campagne dei Nebrodi”.
A gennaio l’azione dei ladri di bestiame è ripresa con più intensità con aspetti delinquenziali a più ampio raggio. Ad inizio gennaio in località Serra Contrasto, in territorio di Cesarò a confine con quello di Caronia ignoti malviventi hanno incendiato, distruggendolo,un grande capannone per ricovero animali di proprietà dell’azienda Fratelli Foti,procurando un danno di circa 30mila euro. Sempre ad inizio di gennaio 138 pecore sono state rubate dalle stalle dell’azienda “Morello” nel territorio di San Fratello. Sempre a San Fratello gli abigeatari hanno messo a segno una sortita nell’azienda “Iraci” portando via 48 bocini. Nel territorio comunale di Capizzi dai locali di allevamento dell’azienda “Rizzitano” i malviventi hanno portato a termine una temeraria impresa, rubando in un solo colpo ben 20 grossi vitelli. Quest’ultimo furto ha destato parecchia preoccupazione perché i malviventi per il trasporto degli animali hanno dovuto utilizzare un grosso Tir, che nella notte è transitato inosservato tra gli incroci stradali della zona. È molto probabile che gli animali rubati siano finiti sul mercato clandestino delle carni, un settore che fa gola ai malavitosi perché il denaro può essere incassato subito, nello spazio tempo del reato andato a buon fine.
Ma la delinquenza non si ferma solo al furto degli animali nel danneggiare gli imprenditori del settore agro pastorale, in quanto sono numerosi i furti di attrezzi agricoli, motozappe ed altri macchinari. A San Fratello due vetture Jeep sono state rubate nottetempo ed il furto di altre tre Jeep è stato sventato appena in tempo dai rispettivi proprietari.
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