MESSINA. Le partecipate si confermano la bestia nera del Comune. Mentre spiccano sempre più e suonano come un monito le relazioni dei revisori dei conti sulle società satellite di palazzo Zanca che rischiano di trascinare in una pericolosa situazione finanziaria il Comune, la procura, accende i riflettori su Messinambiente.
Con un provvedimento firmato dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Roberta La Speme è stata disposta l'acquisizione al Comune di tutti gli atti che riguardano i servizi di igiene cittadina. Un atto che segue di qualche ora le conferenze stampa del sindaco Renato Accorinti e del consigliere del Pd Daniele Zuccarello entrambi allarmati per le spese sostenute per la gestione dei rifiuti.
Sono i debiti latenti, che scaturiscono dall'enorme contenzioso che giace sulla scrivania dell'avvocatura comunale a preoccupare l'amministrazione. Ecco i macigni che pesano su palazzo Zanca. Basta leggere la relazione al rendiconto 2012 dei revisori per capire che sfuggire al dissesto sia molto difficile.
Le cifre che circolano sono diverse. I debiti accertati che il Comune ha già sul groppone ammontano a 119 milioni. Ma a pesare ci sono quei bilanci delle partecipate, Messinambiente, Ato e Atm, o mai approvati o mai presentati. Come dire che tra le maglie dei conti delle società satellite potrebbero saltare altre cifre. Ma non è tutto. Ci sono quelli che i revisori capitanati dall'instancabile Dario Zaccone definiscono debiti latenti. I debiti che il Comune potrebbe avere nei confronti di chi ha intentato causa. Palazzo Zanca ha fatto finta nei suoi bilanci che quei debiti non ci fossero. Come se le cause dovesse vincerle tutte. Eppure, ragionevolmente, segnalano i revisori dei conti, quella massa di cause, potrebbe far scaturire altri debiti. Secondo i beni informati, i revisori non azzardano cifre, almeno altri cinquecento milioni di debiti. E allora 500 più 119 fa 619 milioni. Nella migliore delle ipotesi.
"Ciò che il Collegio ritiene di dover stigmatizzare - scrivono i revisori - è la grave criticità rappresentata dall'indulgente comportamento degli amministratori delle più importanti società partecipate, per i gravi ritardi nella presentazione dei rispettivi bilanci all'assemblea dei soci, i quali non consentono all'Ente una corretta e puntuale programmazione che spesso comporta considerevoli scostamenti fra gli impegni di bilancio previsti e quelli successivamente accertati, con l'effetto della formazione di dannosi debiti fuori bilancio". E poi sciorinano i conti certi: i debiti censiti sono pari a 93.822.384,71 euro a cui si aggiungono quelli relativi alle differenze per servizi resi dalla società Ato 3, pari ad 14.637.604,62 euro. Sono stati riconosciuti nel 2011 ma rimangono ancora in attesa di finanziamento, i debiti fuori bilancio in conto investimenti per 2.695.407,96 euro. Infine, risultano in corso transazioni residue pari complessivamente ad 8.631.948,95 euro con la conseguenza, che il valore complessivo dei debiti fuori bilancio, attestati dall'area economico finanziaria, così come dettagliato ammonta complessivamente a 119.787.349,24 euro.
E poi la botta finale: "Questo Collegio ritiene inoltre che esistano ragionevolmente le condizioni per l'esistenza di debiti fuori bilancio latenti, ciò a causa della criticità evidenziate nel rapporto fra l'Ente e le partecipate, fra le partecipate stesse, ambedue controllate al 99% circa dal Comune. Il Collegio evidenzia che la formazione dei debiti fuori bilancio appare un fenomeno sistematico e strutturale nella gestione finanziaria dell'Ente ed il crescente valore degli stessi, compromette l'effettiva tenuta degli equilibri finanziari di bilancio".
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