MILAZZO. A distanza di 24 ore cambia il futuro dei precari del comune mamertino, la cui stabilizzazione viene nuovamente messa in discussione dopo l’ordinanza di venerdì da parte del Cga che, in pratica ha sospeso il dissesto finanziario dell’ente e tutti gli atti consequenziali. Appena 48 ore prima, infatti, la giunta municipale aveva reso noto di aver prorogato per il prossimo triennio i 170 precari in servizio a Palazzo dell’Aquila. Ma il Consiglio di giustizia amministrativa ha «congelato» il dissesto finanziario, riammesso in aula i consiglieri comunali mandati a casa, sospeso il commissario ad acta Valerio De Joannon, nominato l’anno scorso dall’assessorato Enti locali, e la commissione straordinaria di liquidazione nominata dal presidente della Repubblica che, nel frattempo, aveva accertato debiti per 60 milioni e stava concordando con i creditori la restituzione delle somme. Alla sospensiva si è giunti dopo una sentenza della Corte Costituzionale, tre ricorsi al Tar e due appelli al Cga.
A questo punto cambiano le cose. Appena 24 ore prima gli ex articolisti che prestano la loro opera al Comune avevano ricevuto una bella notizia accolta con grande soddisfazione, anche perché, lo stesso assessore alle Finanze, Pippo Midili, aveva dichiarato che «non appena governo regionale e Stato invieranno le disposizioni e le circolari applicative, la struttura si metterà in moto per procedere alla stabilizzazione». Adesso le cose cambiano; ed è proprio la «cancellazione» del dissesto che, in pratica, rischia di rimettere tutto in discussione e, per questo, già diversi rappresentanti sindacali si sono messi in movimento per evitare che ciò avvenga.
«Col dissesto finanziario la stabilizzazione è possibile - hanno fatto notare gli amministratori - col piano di riequilibrio no in quanto la norma di riferimento prevede espressamente il blocco delle assunzioni». La legge, infatti, è abbastanza chiara e, in particolare chiarisce che «il varo del Piano di risanamento comporta una serie di obblighi che il Comune deve rispettare per ottenere l’autorizzazione ministeriale e tra questi vincoli ci sarebbe appunto quello di non procedere ad assunzioni per l’intero periodo del piano o comunque nei prossimi dieci anni». Ciò significa che l’ente non può procedere ad alcuna stabilizzazione del personale precario che pure ha già «incassato» una proroga triennale che a questo punto potrebbe essere rimessa in discussione.
Tornando alla sospensiva del Cga, con la stessa ordinanza vengono riammessi i consiglieri comunali sospesi mandati a casa, in precedenza, per non aver votato il dissesto finanziario proposto dall’amministrazione comunale, e vengono sospesi il commissario ad acta e la commissione straordinaria di liquidazione. Intanto il commissario ad acta, Valerio De Joannon, ed i tre commissari componenti della commissione straordinaria di liquidazione, da domani, non potranno più svolgere alcuna funzione all’interno del palazzo municipale. E adesso cosa accadrà? Di certo - hanno fatto osservare ieri, politici vicini all’amministrazione ed altri vicini ai ricorrenti - questa situazione porterà ad una semi-paralisi del palazzo dell’Aquila, considerato che la pronuncia del Cga sospende l’efficacia di tutti gli atti ma non li impugna sino a quando non si pronuncerà la Cassazione. E non esistono tempi certi. Nel frattempo però sono tanti gli interrogativi che scaturiscono da questa sentenza. Innanzitutto la questione debitoria. I 60 milioni di debiti rappresentano una certezza e quindi occorrerà trovare una soluzione anche perché il rischio è che con la ripresa delle procedure esecutive anche il patrimonio immobiliare possa essere svenduto (primo fra tutti il mulino Lo Presti). Ma c'è anche una questione legata al bilancio. Il Comune al momento non ha un bilancio di previsione e anche quello stabilmente riequilibrato è bloccato a Roma. Come potrà essere garantita la gestione in assenza di uno strumento finanziario?