Messina

Venerdì 15 Novembre 2024

Messina, la Provincia costretta a cedere l'Hotel Riviera

MESSINA. L'ex Hotel Riviera non potrebbe essere ceduto in comodato gratuito ad alcuno e in particolare all'Università, in quanto fa parte del patrimonio in vendita che consente all'ente provincia di chiudere in pareggio il bilancio. A sostenerlo Aurora Notarianni che si oppone assieme ad un gruppo di avvocati, al sindacato che riunisce gli operatori giudiziari, all'Udu l'associazione che riunisce gli studenti, al quarto quartiere che sulla questione ha deliberato, al progetto della commissione di palazzo Piacentini che prevede la trasformazione della casa dello studente di via Cesare Battisti in secondo palazzo di giustizia e la cessione da parte della Provincia dell'ex hotel Riviera che verrebbe trasformato in casa dello studente. Aurora Notarianni ha inviato anche una nota alla corte dei conti. L'ultima parola su tutta la questione spetta comunque al sindaco. Dal Comune partiranno infatti i vari cambi di destinazione d'uso agli immobili oggetto della trattativa.
L'ex Hotel Riviera, composto da 55 stanze, 40 residence, 5 suite, 2 sale ristorante, 1 sala ricevimenti, 1 bar e alcuni negozi al piano terra, ha un valore di mercato (a base d'asta) di 20.704.000 euro e costituisce buona parte dei possibili proventi derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare della Provincia. E' inserito nel bilancio di previsione 2013 tra le entrate concorrendo al raggiungimento del pareggio di bilancio. L'ex Hotel Riviera, sostiene l'avvocato Notarianni, non è agibile, ha una superficie utile per alloggi di circa 5.000 metri quadri e necessita di costosi lavori di ristrutturazione edilizia per i quali non esiste una stima. Sembra inoltre che la copertura del tetto in amianto sia stata di recente oggetto di lavori di "incapsulamento". E questo ingigantirebbe i costi del suo adeguamento. L'ex hotel Riviera fu acquistato dalla Provincia nel 1980, negli anni del quadripartito, per essere trasformato in palazzo satellite della Provincia. Il progetto fallì a causa dell'impossibilità di realizzare parcheggi e quindi di ottenere il cambio di destinazione d'uso. Un'inchiesta della magistratura seppellì per sempre poi qualsiasi sogno di gloria. Negli stessi anni fu acquistata dalla Ferrovie la motonave Cariddi che doveva essere trasformata in museo del mare galleggiante. Furono spesi per la sua gestione diversi miliardi delle vecchie lire. L'inglorioso epilogo fu l'affondamento nella rada San Francesco. Aurora Notarianni e il composito gruppo che la sostiene spinge affinché il secondo palazzo di giustizia si realizzi all'interno dell'ex ospedale Margherita. In quel caso la Regione dovrebbe cedere parte della struttura attualmente inutilizzata. A sposare l'iniziativa anche l'ingegnere capo del genio civile Gaetano Sciacca che ha firmato un progetto di massima. L'ex ospedale Margherita potrebbe ospitare anche il commissariato nord attualmente ospitato in una palazzina del rione Annunziata presa in affitto dal Comune.

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