MESSINA. Si dimettono i revisori e il commissario Di Maria si difende con una relazione inviata al sindaco. Tiene ancora banco Messinambiente, la società che cura la raccolta dei rifiuti finita nel mirino della magistratura dopo gli atti di accusa pronunciati dal sindaco e dal consigliere comunale Zuccarello.
Ieri mattina, il commissario Armando Di Maria, ha inviato una relazione al sindaco Renato Accorinti contestando punto per punto le accuse. Più di Di Maria ha fatto l'organo di controllo che lancia pesanti critiche all'indirizzo del Comune: disertava le sedute in cui si sarebbero dovuti approvare bilanci e debiti. E' un atto di accusa preciso quello pronunciato dal collegio dei revisori dei conti di Messinambiente. Un atto di accusa seguito dalle irrevocabili dimissioni. Carmelo Brigandì, Patrizia De Luca e Agata Rinciari in pratica, contestano fatti precisi. Primo: il Comune sapeva ed in un certo senso sarebbe responsabile di quanto accaduto nel tempo. Palazzo Zanca, anziché rivolgersi al collegio dei revisori e alla società che cura questa situazione finanziaria si è rivolto a consulenti esterni e questi i revisori non li hanno nemmeno consultati. E poi un fatto gravissimo: il Comune unico socio di Messinambiente o comunque socio di maggioranza disertava le sedute anche quando queste erano di fondamentale importanza.
Al disavanzo patrimoniale accertato il 31 dicembre del 2012 il Comune ha fatto orecchio da mercante. Trenta milioni il disavanzo, venticinque dei quali determinati secondo i revisori dai ritardi o dal mancato pagamento di quanto dovuto da parte dell'Ato, altra istituzione che appartiene al Comune. Ben 14 i milioni relativi alla sole sanzioni sui contributi.
Il Comune recitava due ruoli, come Ato non pagava Messinambiente contestando le fatture e prendeva atto dei bilanci, come Messinambiente accumulava i debiti e ignorava i bilanci. Il 30 dicembre 2013 e l'8 gennaio le assemblee convocate sono andate deserte.
Molto critico Di Maria nella sua relazione. Il Comune, ricorda il commissario, non ha approvato i bilanci di Messinambniente in quanto non si sarebbe definito il contenzioso con l'Ato (pari a 18 milioni) e non è stato redatto un piano industriale. Di Maria ricorda che quel contenzioso di cui parla il sindaco è pendente dal 2009 ed il Comune ha sempre approvato i bilanci. Anacronistica appare secondo il commissario l'osservazione sul piano industriale. Congruo sarebbe, secondo Di Maria, il numero dei dipedenti (oltre 500) ed inoltre le ore di straordinario pagate sarebbero diminuite radicalmente rispetto a quelle denunciate dal consigliere Zuccarello. E infine rispetto alla soccombenza di Messinambiente nelle cause di lavoro che hanno portato la società a dovere provvedere alle assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori a tempo su ordine del giudice del lavoro, Di Maria dice di non capire quali siano le accuse mosse alla sua governance visto che altro non ha fatto che dare esecuzione all'ordine di un magistrato. E infine un avvertimento: "Abbiamo dato mandato all'avvocato Autru Ryolo affinché tuteli la nostra immagine".
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